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In classe a luglio a recuperare ore perse per i guasti al riscaldamento

Il preside del Leonardo Da Vinci di Niscemi (Caltanissetta), Fernando Cannizza, ha disposto che 1.200 studenti e circa 120 docenti debbano obbligatoriamente rientrare in classe dal 17 al 22 luglio.

26/06/2017
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Corriere della sera

La scuola è finita, ma non per tutti. Il preside del Leonardo Da Vinci di Niscemi (Caltanissetta), Fernando Cannizza, ha disposto che 1.200 studenti e circa 120 docenti debbano obbligatoriamente rientrare in classe dal 17 al 22 luglio. Questo per rimediare alle ore scolastiche perse in inverno per il mancato funzionamento dell’impianto di riscalda-mento. Una decisione presa venerdì, subito dopo la visita degli ispettori dell’Ufficio scolastico regionale e provinciale, che hanno chiesto al dirigente di provvedere. Il problema non è degli studenti, che hanno raggiunto il monte ore annuale, ma degli insegnanti che hanno lavorato di meno e preso lo stipendio intero. Si può immaginare la protesta di famiglie e docenti, che stanno già andando in vacanza. Due professori del Consiglio di istituto, Vincenzo Traina e Gaetano Giarracca, che valutano l’ipotesi di un ricorso, dicono di aver fatto una battaglia per far sistemare il riscaldamento durante le vacanze natalizie, visto che si trattava solo di un buco nelle condutture. Spiega il professor Traina: «L’impianto non funzionava da tempo. Con l’arrivo del freddo gli studenti hanno cominciato a protestare e a minacciare scioperi, così il preside ha deciso di ridurre di 20 minuti ogni ora di lezione». Illegittima questa scelta, dice Traina, sia perché presa in collegio docenti e non in consiglio di istituto, come si dovrebbe, sia per la riduzione, che per motivi d’emergenza può essere al massimo di 10 minuti ogni ora e non di 20. «Il preside ha invece proseguito su questa strada — continua Traina — e ha aspettato che l’amministrazione provinciale intervenisse. Siamo arrivati a marzo, quando qui in Sicilia non fa più freddo, e l’impianto è stato rifatto, con molta spesa, quando bastava intervenire subito con una spesa piccola». Traina calcola che il danno erariale per le ore lavorate in meno sia intorno ai 500 euro a docente: «Ma che senso ha riaprire la scuola, a scrutini ed esami già conclusi?».

Mariolina Iossa


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