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Il tempo-VIA LIBERA definitivo del Consiglio dei Ministri alla legge di riforma dell'istruzione

VIA LIBERA definitivo del Consiglio dei Ministri alla legge ... VIA LIBERA definitivo del Consiglio dei Ministri alla legge di riforma dell'istruzione presentata dalla Moratti. Il Cdm ieri ha inf...

16/03/2002
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Il Tempo

VIA LIBERA definitivo del Consiglio dei Ministri alla legge ...
VIA LIBERA definitivo del Consiglio dei Ministri alla legge di riforma dell'istruzione presentata dalla Moratti. Il Cdm ieri ha infatti approvato, per la seconda volto, dopo il parere della Conferenza unificata, il ddl delega per la definizione delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale. Ma la sinistra appare decisa a mobilitarsi contro la riforma, secondo uno schema ormai rituale, simile a quello attuato su altri fronti come quello del mercato del lavoro: i partiti dell'opposizione bocciano il testo e la Cgil dà il suo contributo organizzando le "truppe" per la contestazione. Le pronunce delle opposizioni sono infatti negative e basta. La legge delega di riforma della scuola è "sbagliata e pericolosa", dichiara il responsabile scuola della Margherita Giovanni Manzini, e critica il fatto che "le correzioni apportate al disegno di legge Moratti non ne modificano l'impianto culturale".
L'ex ministro Luigi Berlinguer (Ds) dice che "non c'è nessuna riforma, c'è solo un ritorno al passato" e annuncia una "dura opposizione in Parlamento e nel paese", perché "nonostante le proteste degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie e delle opposizioni - afferma - il governo insiste". Il leader della Cgil Scuola, Panini, parla di "una brutta legge e una pessima delega" e lancia una raccolta di firme per chiedere una approfondita discussione in parlamento e per dire "no" al ricorso alla delega. Il sindacato autonomo Snals sottolinea che "la riforma della scuola deve vedere il Parlamento protagonista per trovare la massima condivisione possibile" e il segretario generale Ricciato ribadisce che nel testo ci sono "punti critici" sui quali è necessario intervenire "per garantire l'unitarietà del sistema dell'istruzione"


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