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Il Tempo-L'Università boccia il ddl Moratti

L'Università boccia il ddl Moratti I Rettori contro gli emendamenti: "Rottura in vista con il Governo" Domani lo sciopero nazionale degli Atenei, cortei e un incontro alla Crui di N...

02/03/2005
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Il Tempo

L'Università boccia il ddl Moratti

I Rettori contro gli emendamenti: "Rottura in vista con il Governo"
Domani lo sciopero nazionale degli Atenei, cortei e un incontro alla Crui

di NATALIA POGGI QUESTA volta ci sono proprio tutti, senza se e senza ma. L'università scende in campo compatta per dire no al ddl Moratti sul riordino dello stato giuridico dei docenti. E domani, giorno dello sciopero nazionale dell'Università, tra assemblee, manifestazioni e dibattiti organizzati dalle associazioni di docenti, ricercatori e studenti anche la Crui (Conferenza dei Rettori Universitari) organizza un'assemblea aperta in segno di solidarietà. La situazione si è resa incandescente nell'ultima settimana dopo che il disegno di legge delega è approdato alla Camera con una serie di "correttivi" proposti dalla maggioranza che anzichè ammorbidire i toni li hanno ulteriormente inaspriti. "In pratica non si è aperto nessun spiraglio anzi la situazione è peggiorata - spiega Marco Merafina rappresentante delle Associazioni della docenza - gli emendamenti non rispondono a nessuna delle richieste avanzate dall'Università. È rimasto l'esaurimento che sembrava dovesse essere emendato e poi c'è la novità di un concorso generalizzato per tutti quei ricercatori che non riescono a vincere il concorso da associato e che saranno scaricati sugli Atenei che dovranno assorbirli in base a bilancio e disponibilita. Non si capisce con quali fondi visto che si tratta di spese non copribili con il Fondo Ordinario". L'Assemblea dei Rettori, nei giorni scorsi, ha incontrato le Organizzazioni dei Ricercatori condividendo le contrarietà: "Se la situazione non sarà corretta - dicono i Rettori - si renderà inevitabile l'interruzione di ogni confronto di merito con il Governo". La Crui ha espresso un dissenso sull'emendamento relativo al tempo pieno e tempo definito. "Il Ministro s'era dichiarato disposto a ribadirne la distinzione - spiegano i Rettori - e invece l'emendamento vanifica e annulla qualsiasi differenziazione con tutte le conseguenze che potrà avere sulla didattica incentivando le attività professionali extra universitarie dei docenti". Ma il nodo centrale resta la figura del ricercatore. "Il ricercatore deve essere docente a tutti gli effetti - dice Merafina - quindi di ruolo e non una sorta di tutor aggregato come prevede il disegno di legge. Ci deve essere il riconoscimento dell'attività di docenza e di ricerca degli attuali ricercatori". Anche i Rettori stigmatizzano la messa ad esaurimento: "L'unica scelta chiara e condivisa che oggi può essere fatta è l'istituzione di un terzo livello riconosciuto di ruolo docente". La Crui è contraria pure alla proposta "demagogica di una tornata di giudizi di idoneità a professore associato a numero aperto" che oltre ad avere costi insostenibili "andrebbe contro ogni ipotesi di programmazione delle risorse al cui rispetto il Ministro ha richiamato recentemente gli Atenei". La Crui aveva fatto richiesta di trasformare la legge delega in legge ordinaria. Anche questo è rimasto lettera morta. Per cui CRUI, CUN e Conferenza nazionale dei Presidi di Facoltà bocciano il maxiemendamento: "Le nuove norme del reclutamento della docenza universitaria devono essre volte a valorizzare il merito e la qualità scientifica". La discussione in aula a Montecitorio del Ddl riprenderà martedì prossimo. E domani durante un'assemblea delle organizzazioni e associazioni di ricercatori sarà fissata un'altra protesta proprio in occasione del dibattito parlamentare. Domani la protesta scenderà pure in piazza: un corteo di docenti, ricercatori e studenti al grido di "Fuori la precarietà dall'Università" partirà alle ore 11 dalla Sapienza e raggiungerà la sede del Ministero delle Finanze. Si chiede il ritiro del Ddl e le dimisssioni del Ministro Moratti.


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