FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3946666
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Il premio per la ricerca e la scelta di Padova: dividere la torta fra tutti

Il premio per la ricerca e la scelta di Padova: dividere la torta fra tutti

L’ateneo ha ottenuto 100 milioni di euro dal Miur per i suoi 13 dipartimenti di eccellenza. Il rettore Rizzuto: «Da noi i titolati a partecipare al bando erano in 27, ma abbiamo potuto presentarne solo 15. Rischiavamo la rivoluzione»

25/03/2018
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera

Orsola Riva

Tredici dipartimenti premiati su 180 in tutta Italia. Che, tradotto in soldoni, vuol dire cento milioni di euro in più per finanziare la ricerca. Come non esserne felici e orgogliosi (solo Bologna ne ha spuntato uno in più)? Eppure per l’università di Padova lo straordinario risultato ottenuto nella competizione nazionale bandita dal Miur per i cosiddetti «dipartimenti d’eccellenza» poteva tradursi in una bella grana. «Dica pure che abbiamo rischiato la rivoluzione - racconta il rettore Rosario Rizzuto -. Vede, qui a Padova su 32 dipartimenti in totale, ben 27 erano entrati nella graduatoria preliminare dei migliori 350 d’Italia. Ma il bando era concepito in modo che noi ne potessimo presentare solo 15. Era come avere 27 atleti scalpitanti e poterne far giocare poco più della metà. Ripeto: rischiavamo una rivoluzione». Dei 27 dipartimenti idonei, 22 avevano ottenuto tutti il massimo punteggio. Come scegliere chi far partecipare e chi no? «E’ stata una fase davvero delicata. Dopo una lunga discussione in ateneo, quest’estate abbiamo deciso di accompagnare la competizione con un progetto interno che mettesse in campo delle risorse per chi era costretto a restare in panchina».

In altre parole, il rettore, d’accordo con il consiglio d’amministrazione, ha deciso di fare di testa propria - l’autonomia universitaria lo consente - e di procedere a una redistribuzione più equa della torta. E poiché il finanziamento del Miur doveva andare ai progetti premiati dal governo e solo a loro, si è deciso di stornare una parte del bilancio di ateneo dalle casse dei vincitori a quelle dei dipartimenti immeritatamente esclusi dalla gara. A quel punto, dice Rizzuto, «è scoppiata la pace» e si è potuto procedere alla scelta dei 15 candidati usando un unico criterio, quello della varietà degli ambiti di ricerca, in modo da ottimizzare i risultati. «I dipartimenti di medicina, per esempio, erano tutti qualificati ma non avrebbe avuto senso presentarli in massa perché non potevano certo vincere tutti. Per questo abbiamo scelto di concorrere su più aree, dalla chimica alla fisica, dall’ingegneria alla storia». Ed è andata bene. A gennaio è arrivata la notizia dei 13 vincitori e dei 100 milioni in più. «Una volta saputo a quanto ammontava il premio, abbiamo calcolato quanto del bilancio complessivo di ateneo fosse utilizzabile per gli altri dipartimenti: i due bocciati, i 12 esclusi e uno che non era risultato idoneo solo perché al momento del bando era sotto la soglia minima dei 40 dipendenti».

Dare e avere

Grazie a una sforbiciata su più voci, dai fondi per la ricerca a quelli per i punti organico, cioè le assunzioni, l’ateneo ha messo da parte un bel gruzzoletto: 50 milioni di euro che andranno ridistribuiti fra gli altri dipartimenti meritevoli previa presentazione di un progetto di ricerca. Più 6 milioni per gli ultimi della classe: quattro dipartimenti in difficoltà, come dice Rizzuto, che anche loro avranno diritto a un surplus di bilancio a condizione però che si impegnino a migliorare le loro performance. Ma tra dare a avere quali sono i conti finali di questa specie di partita doppia? I vincitori incassano il finanziamento integrale del Miur ma a partire dall’anno prossimo subiranno una limatura del budget interno fra il 20-30%. Diciamo che è come se gli arrivassero 80 milioni anziché 100. Mentre gli altri ottengono un aumento pari al 60% di quello dei vincitori effettivi.

 

Limoni e limonate

«Come dicono gli inglesi: when life gives you lemons, make lemonade -chiosa Rizzuto -. Se la vita ti riserva una fregatura cerca di girarla in positivo». Cento milioni una fregatura? Il rettore di Padova non ce l’ha con il bando in sé. Il suo è un discorso di sistema: «Capisco che il Miur avesse l’esigenza di calmierare i risultati. Se con 15 concorrenti ne abbiamo vinti 13, con 27 in corsa rischiavamo di vincerne 22 su 180. Io sono orgoglioso dei nostri risultati ma non voglio che il mio ateneo cresca a scapito di tutti gli altri». Già così la maggior parte dei soldi sono finiti al Nord che ha fatto quasi l’en plein: 106 dipartimenti contro i 25 del Sud. «Penso che sia giusto dare a chi è più competitivo le risorse per competere anche internazionalmente ma non possiamo concentrare i finanziamenti solo in alcune aree di eccellenza. Competizione e coesione nazionale non dovrebbero essere in contraddizione fra loro. Lo diventano quando si scende sotto una certa soglia di finanziamenti. Basta con l’eterno piagnisteo sulla fuga dei cervelli. Se questo Paese - leggi: la politica - crede veramente nell’università e nella ricerca, deve investire di più».


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL