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Il Piccolo-Cgil e Cisl dicono no, sarà sciopero generale

ISTRUZIONE La Confindustria applaude una legge capace di "dare finalmente dignità alla formazione professionale" Cgil e Cisl dicono no, sarà sciopero generale Astensione dal lavoro il 24 marzo e ...

14/03/2003
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Il Piccolo

ISTRUZIONE La Confindustria applaude una legge capace di "dare finalmente dignità alla formazione professionale"
Cgil e Cisl dicono no, sarà sciopero generale
Astensione dal lavoro il 24 marzo e manifestazione nazionale il 12 aprile

ROMA - Uno sciopero generale il 24 marzo, una manifestazione nazionale il 12 aprile, critiche di incostituzionalità. Il fronte del "no" alla riforma Moratti si sta già attrezzando a dare battaglia. Ma c'è anche chi applaude, Confindustria in testa, "alla dignità data alla formazione professionale". Sullo sfondo oltre alle questioni di principio, quelle legate al contratto nazionale della Scuola.
La Cgil si schiera per il no secco e motivato, la Cisl, pur confermando l'adesione allo sciopero del 24, chiede l'apertura di un confronto in vista (ci sono due anni di tempo) del varo dei decreti attuativi della legge delega. "I decreti delegati - si legge in una nota della Cisl - possono essere l'occasione di un confronto a tutto campo che finora è mancato. La riforma introduce anche nuovi scenari per le professionalità che si esprimono e le situazioni di lavoro ipotizzabili inducono ancor più a reclamare la definizione del contratto, senza il quale la Cisl confermerà, oltre allo sciopero del 24 marzo, tutta la mobilitazione".
La risposta alla riforma arriverà con una "grandiosa manifestazione". La Cgil guarda già oltre lo sciopero del 24, alla manifestazione del 12 aprile. "Gli effetti della riforma saranno immediati e dirompenti e si manifesteranno già da settembre" con un anno di meno di scuola obbligatoria e 50 mila ragazzi che iscrittisi a gennaio per assolvere l'obbligo della scuola secondaria ora avranno una ragione in meno per continuare gli studi", dice Enrico Panini, segretario Cgil Scuola.
"La riforma ci avvicina all'Europa - spiega Franco Asciutti, Forza Italia, presidente Commissione Istruzione del Senato - guarda al futuro puntando sulla qualità e dando a tutti una scuola personalizzata". "È una presa in giro per gli italiani - gli risponde Giovanni Manzini, responsabile scuola della Margherita - Berlusconi elogiando la Moratti ha difeso la teoria del "maestro unico" che ci riporta agli anni Cinquanta. Con un aspetto ancora più sconcertante: l'assoluta mancanza di copertura finanziaria. Berlusconi ha detto che troverà i soldi, ma senza dire né come né dove".
"La formazione professionale entra in serie A - commenta Silvio Fortuna, delegato del presidente di Confindustria per l'Educazione - cambia pelle, non è più riducibile a mero addestramento". "E' un giorno di lutto - controbatte Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas - di sconfitta per la scuola pubblica di tutti e per tutti, una vittoria della scuola-azienda e dell'istruzione merce".
Che sia una "giornata nera" lo pensa anche Giovanna Griffagnini, Ds. "È un provvedimento-manifesto che non ha copertura finanziaria, che arrecherà solo danni alle famiglie e agli insegnanti e che non garantirà in alcun modo una migliore istruzione alle nuove generazioni". "Una scatola vuota", dice Clemente Mastella, leader dell'Udeur, e taccia Berlusconi di "falso storico" quando sostiene che questa sia "la prima riforma dopo quella Gentile".
"Sbagliata nel metodo e nel merito", aggiunge il sindacato Gilda. "Riforma poster destinata a fallire", dicono i senatori Ds. "E' un ordine del giorno sul tavolo di Tremonti. Ricorreremo alla Corte Costituzionale sulla copertura, sull'obbligo scolastico e sulla mancanza di pari opportunità fra tutti i bambini", dicono ancora gli esponenti Ds.
na. ce.


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