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Il piano: scuole aperte fino ad agosto «Laboratori volontari e niente voti»

Il ministro Bianchi al lavoro per presentare il progetto dopo Pasqua L’idea di un «ponte» verso il nuovo anno. Ma resta il nodo dei docenti

18/03/2021
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Corriere della sera
Gianna Fregonara

L e scuole per ora restano chiuse e gli studenti in didattica a distanza; ma al ministero dell’Istruzione stanno lavorando per il piano estate che sarà pronto dopo Pasqua. Il ministro Patrizio Bianchi vorrebbe annunciarlo al più presto per dare il tempo alle scuole — ai presidi innanzitutto — di organizzarsi. Si tratta di quel «ponte» verso il nuovo anno scolastico di cui ha parlato due giorni fa nell’audizione davanti alle Camere. L’anno scolastico non subirà cambiamenti, finirà nella seconda settimana di giugno come previsto, perché «dipende dalle Regioni». Eventuali, improbabili, modifiche spettano dunque ai governatori, che il ministro incontrerà nei prossimi giorni. Ma se la pagella arriverà come al solito a metà giugno, l’idea di Bianchi e del comitato di esperti che ha messo al lavoro quasi un mese fa è di tenere aperte le scuole fino a fine luglio — e se possibile anche per una parte di agosto — per «attività di laboratorio e di socializzazione» per «creare una continuità nella vita dei ragazzi» e per «il rafforzamento delle competenze» in vista del ritorno alla normalità.

Le modalità con cui si svolgeranno queste attività sono in corso di definizione. Ma già si sa che il ministro vuole tentare di presentare un piano che riguardi le scuole primarie, le medie e anche le superiori. La frequenza dei laboratori — non chiamateli corsi perché non lo sono — non è obbligatoria per gli studenti: non ci sono voti né appelli. Le scuole dovranno organizzare non per le singole classi ma per gruppi di studenti, dentro gli istituti o anche all’esterno. Sport, ma anche laboratori teatrali o di spettacolo che permetterebbero anche di richiamare a lavorare tanti lavoratori del settore costretti a fermarsi in questa emergenza. E poi gioco, attività formative varie, dall’arte al coding, dalla fotografia alle visite in città, alle gite. «Sarà ogni scuola nella sua autonomia a decidere come procedere» ma certo queste attività hanno una premessa unica: che a giugno si possa essere a scuola.

Uno dei problemi da chiarire prima di annunciare il piano, che ricorda in parte l’esperimento fatto ai tempi di Stefania Giannini delle scuole aperte d’estate (era partito in quattro grandi città, Milano, Roma, Napoli e Torino) è per esempio che cosa dovranno o potranno fare gli insegnanti. L’idea che sta prevalendo è che la loro partecipazione sia su base volontaria, anche se retribuita a parte. Chi può bene, altrimenti le scuole lavoreranno con le associazioni di volontariato come già fanno nelle (poche) zone in cui sono stati attivati i patti di comunità. Il piano supererebbe così le possibili critiche del sindacato. Al momento al ministero stanno facendo i conti sui costi e sulle risorse disponibili per queste attività che devono essere gratuite per le famiglie. Ci sono fondi «Pon» e potrebbe arrivare qualche altro stanziamento nei prossimi decreti per l’emergenza.

E i recuperi degli apprendimenti? Le attività dei laboratori dovranno essere formative, coinvolgendo dove possibile gli studenti più grandi nel lavoro con i più piccoli. Per quanto riguarda le superiori — se verrà confermato che la promozione non è garantita come invece avvenne lo scorso anno — si svolgeranno i tradizionali corsi di recupero prima degli esami che le scuole, a giugno o a settembre, attivano per i rimandati. È probabile che le attività ponte per le superiori comincino a luglio dopo la maturità.


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