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Il Nuovo-Sperimentazione-ecco i criteri per le scuole

Nessuna lista d'attesa né problemi logistici, ben attrezzate per l'informatica e l'inglese, così saranno scelte le due scuole per provincia in cui effettuare la sperimentazione. di Alberico G...

08/09/2002
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Il Nuovo

Nessuna lista d'attesa né problemi logistici, ben attrezzate per l'informatica e l'inglese, così saranno scelte le due scuole per provincia in cui effettuare la sperimentazione.
di Alberico Giostra
ROMA - La sperimentazione della riforma Moratti entrerà in vigore attraverso un decreto ministeriale immediatamente dopo il parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione positivo o negativo che sia. E questo grazie alla ormai avvenuta delegificazione della materia.

Successivamente il decreto inizierà il suo iter burocratico ma l'entrata in vigore sarà comunque immediata. Toccherà invece alle Direzioni Regionali dell'Istruzione decidere le 200 scuole che faranno la sperimentazione stilando una vera e propria graduatoria. Ce ne saranno due per provincia e due paritarie per regione.

I criteri cui dovranno attenersi nella scelta saranno sostanzialmente di natura funzionale. Le scuole dovranno avere attrezzature informatiche sufficienti, insegnanti di lingua inglese specializzati, la possibilità di accogliere un maggior numero di bambini in ragione dell'anticipo di iscrizione (in media saranno 40 i posti da distribuire) non dovranno avere liste di attesa e infine se avranno problemi di natura logistica la sperimentazione dovrà essere attuata con il consenso dell'Ente locale.

Per quanto riguarda invece le ricadute sugli organici è ovvio che una contrazione del numero dei maestri e delle maestre oggi in servizio, (circa 270.000) ci sarà. Al Ministero dell'Istruzione la calcolano attorno ad un 20%. Attualmente con i moduli in vigore dal1989, introdotti secondo Viale Trastevere solo allo scopo di mantenere stabili gli organici pur in presenza di un vistoso calo demogafico, lavorano 3 insegnanti per due classi, mentre con la sperimentazione e l'introduzione del maestro prevalente, meglio detto Tutor, i maestri, statisticamente parlando, saranno 2 e mezzo per due classi. A frenare la riduzione degli organici sarà la persistenza dell'insegnante di religione, compito cui fino al 1989 tutti i maestri unici attendevano, ma che da allora è stato delegato ad un'altra insegnante anche per motivi di solidarietà corporativa.

Attualmente nelle scuole elementari italiane ci sono 18 alunni per classe mentre al Ministero considerano possibile spingersi fino a 28 alunni per classe giudicando però 25 il numero ideale. Quello che però è certo è che in Italia, rispetto alla media dei paesi europei, ci sono 100.000 maestri in più, di cui 110.000 assunti solo negli anni '90 in virtù delle pressioni degli Ordini religiosi che gestivano gli Istituti Magistrali a rischio.

Sono rimasti delusi i sindacati dopo l'incontro di ieri al Ministero proprio sulla sperimentazione. Assente il Ministro Moratti impegnata a Palazzo Chigi, l'incontro a detta dei principali leader di CGIL, CISL, UIL, GILDA e SNALS non ha fugato i dubbi e perplessità sulla sperimentazione. I nodi sono la copertura finanziaria, i tempi di attuazione, le risorse di organico, la ricaduta contrattuale. Secondo Alessandro Ameli leader della Gilda 'i costi saranno a carico delle scuole e quelle che avranno le risorse faranno la sperimentazione' mentre Daniela Colturani della Cisl ha sollevato perplessità sui tempi della sperimentazione.

Tempi che preoccupano anche Massimo Di Menna leader della Uil scuola secondo il quale 'una sperimentazione decisa ad agosto per settembre rischia di essere più un sondaggio di opinioni che un serio esperimento'. Il più duro è Enrico Panini leader della Cgil scuola secondo cui 'l'incontro ha avuto aspetti surreali: si è partiti con l'affermazione che ci saremmo trovati di fronte ad una bozza aperta al confronto per poi apprendere che il confronto è già chiuso con la conferma sostanziale di tutti i punti su cui abbiamo espresso giudizio negativo'. Al confronto ha partecipato anche Fedele Ricciato dello Snals che ha affermato che il suo sindacato 'non si opporrà a forme di sperimentazione flessibile purché rispettino competenze e procedure dell'autonomia scolastica' ma intanto il suo sindacato è ricorso al Tar del Trentino chiedendo di sospendere la sperimentazione nelle scuole della provincia, richiesta che è stata respinta. Secondo i dirigenti ministeriali presenti l'incontro è stato 'sdrammatizzante e costruttivo'.

Al Ministero non desta preoccupazione la bozza di parere sulla sperimentazione che il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione avrebbe preparato e di cui le agenzie hanno riportato alcune indiscrezioni. Anche se Il Parlamentino potrebbe non arrivare ad una vera e propria bocciatura della sperimentazione ma si limiterà a chiederne una riformulazione, si attende solo la discussione in seno al Consiglio anche perché non è escluso che salti fuori un documento contrapposto alla bozza di parere e che potrebbe essere di diverso tenore.


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