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Il Nuovo-Scuola:fuga di massa dagli istituti professionali

Scuola:fuga di massa dagli istituti professionali Ad andare via sarebbero non solo i docenti ma anche i ragazzi. La paura è che gli istituti professionali diventino scuole di serie B. L'allarme ...

09/05/2002
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Il Nuovo

Scuola:fuga di massa dagli istituti professionali

Ad andare via sarebbero non solo i docenti ma anche i ragazzi. La paura è che gli istituti professionali diventino scuole di serie B. L'allarme arriva dalla Cisl scuola.
di Alberico Giostra
MILANO - Secondo la Cisl scuola sarebbe iniziata una fuga in massa di docenti e studenti dagli istituti professionali verso gli istituti tecnici e i licei. Il motivo? La paura che con il passaggio alle Regioni diventino scuole di serie B. Replica il sottosegretario Aprea: "Il fenomeno probabilmente esiste ma si tratta di un allarmismo ingiustificato, le professionali resteranno allo Stato centrale ancora per qualche anno e i diritti acquisiti dei docenti non saranno toccati". Ma il segretario dell'Unicobas Stefano D'Errico rilancia: "Presto la fuga si estenderà anche agli Istituti tecnici perché non tutti diventeranno Licei come va raccontando la Moratti e finiranno per diventare professionali con conseguente regionalizzazione dei ruoli docenti. Il che vuol dire il rischio di finire nell'elenco degli esuberi".

Dunque il Ministero dell'Istruzione non smentisce l'esodo dalle professionali denunciato ieri dalla Cisl scuola ma non è in grado ancora di fornire delle cifre. Cisl che sembra aver dissotterrato l'ascia di guerra in una giornata che ha registrato un'altra dura dichiarazione del segretario Daniela Colturani in vista dell'incontro con la Moratti di giovedì: "o ci saranno risposte certe sulle risorse che il governo intende destinare al rinnovo del contratto degli insegnanti- ha detto la leader della Cisl scuola- o sarà sciopero". Ma la Colturani è intervenuta anche a proposito dell'esodo dalle Professionali.

La causa è la "mancanza di certezze circa i nuovi percorsi ed i loro contenuti, così come sulla definizione dei titoli 'in uscita. Uno stato di incertezza e confusione che ha spinto moltissime famiglie- continua la Colturani- a preferire licei e istituti tecnici ai professionali. In particolare - ha aggiunto la sindacalista - si starebbe registrando un boom di iscrizioni ai licei pedagogici, ritenuti in vari casi meno difficili degli altri e, dunque, di più agevole accesso anche per quei ragazzi che - se non ci fosse la riforma di mezzo - avrebbero optato per l'istruzione professionale. Ma un incremento di iscrizioni, rispetto al passato, si starebbe verificando anche per i licei classici: ''In alcune realtà locali, anche piccole - ha rilevato Colturani '#8211; c'è stato segnalato un picco delle domande, tanto che in vari casi si è passati da 3-4 classi di primo ginnasio per istituto ad oltre dieci classi''.

Insomma, il ''solo effetto annuncio relativo al passaggio del canale dell'istruzione professionale alle regioni - ha concluso la leader della Cisl Scuola - ha già determinato forti sommovimenti, con le prevedibili conseguenze''. Ma la sottosegretario all'istruzione Valentina Aprea non ci sta. "Il processo di regionalizzazione non avverrà prima di qualche anno, sarà graduale e sarà concordato di volta in volta con le Regioni e gli altri enti locali. E poi -ha aggiunto la Aprea- quando tra qualche anno avverrà la regionalizzazione, voluta peraltro dal centrosinistra, non saranno le sole scuole professionali a diventare di competenza delle Regioni ma anche gli altri istituti scolastici, e i docenti non avranno nulla da temere - ha precisato l'esponente del Governo - perché i diritti acquisiti non saranno toccati e nel corso della trasformazione del nostro sistema scolastico saranno garantiti da norme transitorie".

Quello che è da stigmatizzare decisamente è invece l'atteggiamento dei sindacati che presentano il passaggio delle competenze alle Regioni come qualcosa di esageratamente negativo, "e si tratta di un fenomeno davvero preoccupante -ha concluso l'Onorevole Aprea- perché stimola una difesa corporativa degli interessi degli insegnanti che impedisce loro di recepire l'impulso che il Governo sta dando a favore della centralità del ruolo del docente nella nuova scuola".

Secondo uno degli autori della riforma Moratti l'attacco della Cisl è solo politico e si basa su mistificazioni. "Esattamente come l'attacco eversivo del Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione che ha bocciato la riforma Moratti, questo allarme lanciato dalla Cisl dimentica che esiste un titolo V della Costituzione che questo Governo ha dovuto rispettare affidando alle Regioni la competenza degli Istituti professionali". Secondo il leader del sindacato Gilda, Alessandro Ameli, l'allarme della Cisl si basa su fatti reali ma è un po' esagerato. "Quello che teme una parte degli insegnanti è di finire nel ghetto delle graduatorie regionali e questa è una preoccupazione forse irrazionale, mentre il rischio reale è che gli Istituti professionali, che in passato sono state scuole all'avanguardia nella sperimentazione, possano finire nelle grinfie dei politici locali ed essere risucchiate nella palude del clientelismo".


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