FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3772125
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Il Manifesto-Lo strappo della devolution

Il Manifesto-Lo strappo della devolution

Lo strappo della devolution La legge subito in aula al senato. L'opposizione: "Ostruzionismo totale" GIOVANNA PAJETTA "La Cirami? Acqua fresca in confronto alla battaglia che faremo ora, bisogna i...

21/11/2002
Decrease text size Increase text size
il manifesto

Lo strappo della devolution
La legge subito in aula al senato. L'opposizione: "Ostruzionismo totale"
GIOVANNA PAJETTA
"La Cirami? Acqua fresca in confronto alla battaglia che faremo ora, bisogna impedire questo scempio della Costituzione". Sono da poco passate le 13, il senato ha appena deciso che di dare il via libera al dibattito sulla devolution e Gavino Angius è fuori di sè. A pochi passi dal capogruppo diessino, nel piccolo transatlantico di palazzo Madama, Nicola Mancino parla addirittura di "attentato alle libertà parlamentari". Ma non sono voci dal sen fuggite, quando un'ora dopo tutti i senatori dell'Ulivo si riuniscono, la parola d'ordine per tutti è "ostruzionismo totale". Sulla devolution per l'appunto, ma anche sulla legge finanziaria, per la quale si stanno preparando ben 4000 emendamenti. "Anche di più, se ci riusciamo" assicura il verde Ripamonti. Mentre Angius, alla domanda se non si rischia di far saltare tutto e di arrivare all'esercizio provvisorio, fa spallucce e dice "S'arrangiassero loro, noi faremo il nostro dovere di opposizione". Ma basta aspettare due o tre ore per capire che la guerra non si limiterà all'aula del senato. Già questa mattina al Capranichetta, il cinema che si affaccia su piazza Montecitorio, ci sarà un'assemblea di protesta. Titolo della manifestazione "Per il federalismo, contro la devolution", ospiti d'onore Piero Fassino e Francesco Rutelli che parleranno a una platea di amministratori, sindacalisti e parlamentari. Un solo articolo, tre pezzi di stato, sanità, istruzione e polizia locale, da affidare "con competenza legislativa esclusiva" alle Regioni, la legge scritta e firmata da Umberto Bossi non è mai piaciuta al centrosinistra. "In sole quindici ore di dibattito si vuole disfare in malo modo l'ordinamento unitario del paese, creando presupposti di diseguaglianza" spiega Willer Bordon, capogruppo della Margherita. Così come valanghe di dubbi sono arrivate, anche ieri, dall'associazione dei comuni. Preoccupati soprattutto, come ha dichiarato Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell'Anci, dello slittamento del dibattito sull'applicazione della riforma federalista dell'Ulivo (le modifiche del titolo V della Costituzione).

Ma, a ben vedere, la devolution non ha mai convinto nemmeno l'intero centrodestra. Presente nel programma elettorale della Casa delle libertà, licenziata dopo lunghi tira e molla dal consiglio dei ministri, la legge ha dovuto aspettare mesi e mesi prima di sbarcare nell'aula del senato. Anche il "colpo di mano", come lo chiama il centrosinistra, con cui ieri mattina la maggioranza ha imposto un ribaltamento del calendario dei lavori di palazzo Madama è il risultato di un forcing (per non dire ricatto) di Umberto Bossi. Così, solo dopo l'aut aut del senatur a Silvio Berlusconi, i centristi dell'Udc (anche grazie al senatore D'Onofrio, iperfederalista da sempre) e i nazionalleati hanno piegato il capo. Spesso a malincuore, visto che ancora ieri mattina Domenico Nania spiegava che se la devolution passerà così com'è la colpa è dell'opposizione. "Se solo si fossero aperti al dialogo... - diceva infatti il capogruppo di An - Si poteva mettere in discussione l'intero impianto della devolution".

Si può capire così quanto sia felice ora Umberto Bossi. "L'ostruzionismo è positivo - proclama già all'ora di pranzo il leader della Lega - Non vorrei che qualcuno li avesse pagati in panettoni, perché certo ci fanno un gran favore. Così compattano la maggioranza". Sentendosi vincitore, Bossi si permette però anche una stoccata ai suoi renitenti alleati. "La sinistra fa il suo gioco - concede magnanimo - Punta a non far approvare la devolution perché sa che se fallisse questa legge, fondamentale per la Lega, ci sarebbero conseguenze per il governo". Più o meno lo stesso ragionamento e minaccia che, ad Arcore, come a palazzo Chigi, Umberto Bossi ha ripetuto in queste settimane a Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi. "La maggioranza è compatta, e vorrei ricordare a tutti che il testo della devolution è stato meditato a lungo e infine varato dal consiglio dei ministri" dirà così a tarda sera il presidente di An, concedendosi giusto un "Ho sentito Bossi e, ovviamente, è sempre possibile migliorare il provvedimento nel dibattito parlamentare". Un auspicio che aveva fatto suo anche D'Onofrio, aggiungendo però che "se le opposizioni vogliono fare il muro contro muro, saremo costretti a dimostrare che il nostro muro non è per nulla friabile".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL