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Il Manifesto-accordo separato sull'art.18

Accordo separato sull'art.18 Cisl e Uil pronte a firmare. Domani l'incontro a palazzo Chigi. Dpef al buio PAOLO ANDRUCCIOLI L'incontro di ieri sera sul Dpef, il documento di programmazione economi...

19/06/2002
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il manifesto

Accordo separato sull'art.18
Cisl e Uil pronte a firmare. Domani l'incontro a palazzo Chigi. Dpef al buio
PAOLO ANDRUCCIOLI
L'incontro di ieri sera sul Dpef, il documento di programmazione economica e finanziaria, si è trasformato in un'accelerazione dei tavoli di trattativa tra governo e parti sociali. Cisl e Uil hanno accettato l'invito di Silvio Berlusconi a stringere con le riforme sul mercato del lavoro per arrivare preparati al vertici di Siviglia e del G8 in Canada. Tradotto: Cisl e Uil confermano di essere pronte al compromesso sull'articolo 18. Incalzati dai giornalisti al termine della riunione di ieri a palazzo Chigi i segretari di Cisl e Uil, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti, non hanno voluto dichiarare niente di formale. Ma non hanno neppure smentito la possibilità che si arrivi già domani a un primo accordo separato (ovvero senza la Cgil) sulle modifiche da apportare allo Statuto dei lavoratori. Il compromesso che tutti i sindacati, meno la Cgil, si stanno apprestando a firmare riguarda la sospensione dell'articolo 18 per una sola fattispecie rispetto alle tre inizialmente previste dalla legge delega sul mercato del lavoro. E' ormai molto probabile che l'articolo 18 non si applicherà a quelle aziende che decidano di crescere oltre i 15 dipendenti. Ovvero i nuovi assunti che faranno scattare la soglia non potranno più beneficiare dell'articolo 18 in caso di licenziamento senza giusta causa. Se passasse questo "compromesso" sarebbe la traduzione del primo storico scardinamento della struttura dei diritti del lavoro in Italia. E sarebbe l'introduzione di un doppio regime di diritti, quello dei lavoratori già assunti, e quello dei nuovi assunti.

Il segretario della Cgil, Sergio Cofferati, alla fine dell'incontro di ieri sera a palazzo Chigi, ha dichiarato che il suo sindacato non accetterà mai alcuna modifica dell'articolo 18 dello Statuto. Anzi che se altre organizzazioni sindacali dovessero firmare un accordo in tal senso, la Cgil metterebbe in campo tutte le sue forze per respingere l'applicazione delle modifiche dell'articolo 18. La Cgil aveva già previsto una serie di scioperi regionali contro le leggi delega e già domani, in concomitanza la firma dell'eventuale accordo separato a palazzo Chigi ci saranno gli scioperi della Lombardia e della Campania. E' anche probabile a questo punto che la Cgil debba decidere al più presto cosa fare a proposito dello sciopero generale nazionale che inizialmente era stato previsto per l'autunno.

Per quanto riguarda invece il Dpef ieri sera si è saputo solo che il governo potrebbe fra slittare di qualche giorno la data di presentazione ufficiale del documento di programmazione economica che preclude alla finanziaria 2003. Il ministro Tremonti ha fatto solo sapere che le cifre sono ancora tutte da definire e che l'unica cosa certa è la riduzione delle aspettative di crescita economica. Inizialmente il governo Berlusconi aveva infatti parlato di una crescita del 3%. Ieri il ministro dell'economia ha ammesso che la crescita potrebbe oscillare tra l'1,3% e il 2,3%. Per quanto riguarda le tasse ridotte se ne riparlerà nel 2003, mentre per quanto riguarda i 700 milioni di euro richiesti dai sindacati per gli ammortizzatori sociali siamo per ora ancora in alto mare.

Il premier Silvio Berlusconi, al termine dell'incontro di ieri a palazzo Chigi, si è voluto rifare della "tristezza" per l'eliminazione della nazionale italiana dai mondiali di calcio, parlando di un grande Patto per l'Italia che i sindacati starebbero ormai per firmare. Domani avremo quindi la formalizzazione della definita spaccatura del sindacalismo confederale italiano. Ormai in Italia ci sono solo due sindacati: il sindacato di governo e il sindacato di opposizione, dato che la Cgil si oppone da sola alle modifiche dello Statuto dei lavoratori, ma anche alla trasformazione del sindacalismo attraverso gli enti bilaterali. Qualcosa sta cambiando davvero in Italia, nel profondo della società e nel profondo delle istituzioni.


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