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Il governo va sotto sulla riforma della scuola

Battuto in commissione affari costituzionali al Senato sul parere di costituzionalità. Determinante il voto di Mauro, senatore nei giorni scorsi uscito dalla maggioranza

10/06/2015
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La Stampa

Si sapeva che in Senato non sarebbe stato un percorso semplice ma il primo stop alla riforma della scuola è arrivato anche prima del previsto. All’indomani delle rassicurazioni del premier Matteo Renzi sui numeri, la maggioranza è stata battuta in commissione Affari Costituzionali sul parere di costituzionalità alla riforma. Con 10 voti contrari e 10 a favore il parere non è passato per il voto determinante di Mario Mauro senatore di Popolari per l’Italia che nei giorni scorsi aveva annunciato l’uscita dalla maggioranza.  

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«Da un punto di vista costituzionale la riforma della buona scuola è scritta male - ha spiegato Mauro - pertanto fermiamoci e riscriviamola meglio». Al momento del voto erano assenti tutti e 3 gli esponenti di Ncd: Gaetano Quagliariello, Andrea Augello e Salvatore Torrisi. Erano invece presenti 2 senatori di Gal, gruppo che per composizione numerica dovrebbe avere un solo rappresentante in commissione: Mario Mauro e Giovanni Mauro. Al completo i senatori Pd. Presente per il governo D’Onghia (prima nei Popolari con Mauro). 

«È la prima battuta d’arresto per una riforma che non piace a nessuno dei soggetti coinvolti ma che Renzi vuole imporre a tutti i costi. - avverte Loredana De Petris, presidente del gruppo misto-Sel di palazzo Madama - È ora che il governo si decida a discutere le sue scelte e a correggere i suoi errori in un democratico confronto con il Parlamento. Noi continueremo la nostra battaglia in Parlamento e nel Paese per battere questa riforma pessima e dannosa per tutti». 

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