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Il Giorno-Monza-Diecimila in piazza "da soli"

Diecimila in piazza "da soli" MONZA '#8212; Diecimila secondo gli organizzatori, seimila per la questura, di sicuro la manifestazione sindacale monzese più "partecipata" dagli anni '70 ad...

19/10/2002
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Il Giorno

Diecimila in piazza "da soli"

MONZA '#8212; Diecimila secondo gli organizzatori, seimila per la questura, di sicuro la manifestazione sindacale monzese più "partecipata" dagli anni '70 ad oggi. Un corteo che è andato ben oltre le più rosee aspettative della stessa Cgil Brianza: "contiamo di portare in piazza cinquemila persone", aveva detto nei giorni scorsi Bruno Ravasio (nella foto), il segretario della Camera del lavoro territoriale.
Uno sciopero generale, indetto mesi fa dalla Cgil senza Cisl e Uil, per protesta contro la modifica dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori e il Patto per l'Italia che ha finito per coaugulare intorno a sè le tensioni sociali scaturite negli ultimi giorni: finanziaria, crisi Fiat e riforma della scuola.
Un lungo serpentone colorato (soprattutto dalle bandiere rosse della Cgil) si è mosso alle 10 dalla stazione ferroviaria e ha percorso, paralizzando il traffico, via Manzoni e via Annoni fino ad arrivare al Re di Sasso (piazza Citterio) proseguendo poi in direzione di via Azzone Visconti dove ha imboccato via Vittorio Emanuele per sfociare, alle 11, in piazza Arengario dove risuonavano le note di "Bella ciao". Qui il segretario generale della Cgil, Bruno Ravasio e il segretario generale del sindacato dei metalmeccanici Fiom-Cgil Gianni Rinaldini hanno animato il comizio.
Ad aprire il corteo uno striscione giallo con la scritta rossa "Uno sciopero per l'Italia" dietro gli stendardi dei rappresentati delle fabbriche brianzole: dall'Alcatel di Vimercate, della Schindler di Concorezzo, dalle bandiere di Rifondazione e Ds, fino agli studenti e ai professori delle scuole superiori fianco a fianco per contestare la riforma Moratti e, naturalmente senza stendardi, qualche militante della Cisl e della Uil.
"Chi pensava che la Cgil fosse isolata deve ricredersi. Gli obiettivi e le nostre ragioni sono forti e non potranno non pesare sulle decisioni del Parlamento e sulle possibilità di riprendere l'iniziativa sindacale unitaria", ha detto Ravasio seguito da Rinaldini che ha puntato l'attenzione sulla questione Fiat. "Se sarà necessario arriveremo all'occupazione delle fabbriche. Serve un nuovo assetto societario e un nuovo piano industriale".
La Cgil ha poi diffuso i dati di adesione di alcune "aziende campione" in Brianza: 95% alla Cazzaniga (200 dipendenti) di Biassono, 95% alle Carrier (900 dipendenti) di Villasanta, 87% alla Zanussi (1.000 dipendenti) di Solaro, 80% alla Fontana (500 dipendenti) di Veduggio, 83% alla Marzorati (43 dipendenti) di Monza, 100%, 80% alla Nylstar (400 dipendenti) di Varedo, 100% alla Baasf (150 dipendenti) di Varedo e 60% a quella (600 dipendenti) di Cesano. All'Asl 3 ha incrociato le braccia il 60% del personale e il 70% negli enti locali. Tra le scuole balza all'occhio il 100% di adesione degli insegnati della asilo San Luca di Monza.

MONZA '#8212; Diecimila secondo gli organizzatori, seimila per la questura, di sicuro la manifestazione sindacale monzese più "partecipata" dagli anni '70 ad oggi. Un corteo che è andato ben oltre le più rosee aspettative della stessa Cgil Brianza: "contiamo di portare in piazza cinquemila persone", aveva detto nei giorni scorsi Bruno Ravasio (nella foto), il segretario della Camera del lavoro territoriale.
Uno sciopero generale, indetto mesi fa dalla Cgil senza Cisl e Uil, per protesta contro la modifica dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori e il Patto per l'Italia che ha finito per coaugulare intorno a sè le tensioni sociali scaturite negli ultimi giorni: finanziaria, crisi Fiat e riforma della scuola.
Un lungo serpentone colorato (soprattutto dalle bandiere rosse della Cgil) si è mosso alle 10 dalla stazione ferroviaria e ha percorso, paralizzando il traffico, via Manzoni e via Annoni fino ad arrivare al Re di Sasso (piazza Citterio) proseguendo poi in direzione di via Azzone Visconti dove ha imboccato via Vittorio Emanuele per sfociare, alle 11, in piazza Arengario dove risuonavano le note di "Bella ciao". Qui il segretario generale della Cgil, Bruno Ravasio e il segretario generale del sindacato dei metalmeccanici Fiom-Cgil Gianni Rinaldini hanno animato il comizio.
Ad aprire il corteo uno striscione giallo con la scritta rossa "Uno sciopero per l'Italia" dietro gli stendardi dei rappresentati delle fabbriche brianzole: dall'Alcatel di Vimercate, della Schindler di Concorezzo, dalle bandiere di Rifondazione e Ds, fino agli studenti e ai professori delle scuole superiori fianco a fianco per contestare la riforma Moratti e, naturalmente senza stendardi, qualche militante della Cisl e della Uil.
"Chi pensava che la Cgil fosse isolata deve ricredersi. Gli obiettivi e le nostre ragioni sono forti e non potranno non pesare sulle decisioni del Parlamento e sulle possibilità di riprendere l'iniziativa sindacale unitaria", ha detto Ravasio seguito da Rinaldini che ha puntato l'attenzione sulla questione Fiat. "Se sarà necessario arriveremo all'occupazione delle fabbriche. Serve un nuovo assetto societario e un nuovo piano industriale".
La Cgil ha poi diffuso i dati di adesione di alcune "aziende campione" in Brianza: 95% alla Cazzaniga (200 dipendenti) di Biassono, 95% alle Carrier (900 dipendenti) di Villasanta, 87% alla Zanussi (1.000 dipendenti) di Solaro, 80% alla Fontana (500 dipendenti) di Veduggio, 83% alla Marzorati (43 dipendenti) di Monza, 100%, 80% alla Nylstar (400 dipendenti) di Varedo, 100% alla Baasf (150 dipendenti) di Varedo e 60% a quella (600 dipendenti) di Cesano. All'Asl 3 ha incrociato le braccia il 60% del personale e il 70% negli enti locali. Tra le scuole balza all'occhio il 100% di adesione degli insegnati della asilo San Luca di Monza.


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