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Il Giorno-L'esame di maturità non esiste più

L'esame di maturità non esiste più La fine lenta e ingloriosa dell'esame di maturità è cominciata trent'anni fa, con le prime riforme della scuola, ed è proseguita con altre a spizzichi e boc...

27/06/2003
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Il Giorno

L'esame di maturità non esiste più

La fine lenta e ingloriosa dell'esame di maturità è cominciata trent'anni fa, con le prime riforme della scuola, ed è proseguita con altre a spizzichi e bocconi, per finire con la triade Berlinguer-Berlusconi-Moratti. Siamo al simulacro dell'esame.
Le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione lo confermano. Siamo alla farsa. Le carte devono essere a posto, e a posto sono; ma lo spirito della maturità che, incidendo sulla vita dello studente, nei fatti e negli anni diveniva un fondamentale momento di crescita, è scomparso.
Il mio rovello di presidente di commissione d'esame finale di Stato (retorica veteromarxista) è il seguente: presiedo una commissione? Tre commissioni, quante sono le classi? Una commissione plenaria e tre sottocommissioni, secondo il modello della scuola media, bellamente ricopiato dal ministro Moratti? L'ordinanza ministeriale 35 del 4 aprile 2003, che regola l'esame utilizza perlopiù il termine "commissione" (al singolare): tanto per le riunioni plenarie, quanto per quelle delle singole commissioni. Il presidente sovrintende a tutte contemporaneamente ed "assicura" la sua presenza nella sede d'esame, con il compito di organizzare e coordinare tutte le operazioni d'esame, vigilando sui lavori delle commissioni (art. 13).
La legge istitutiva del nuovo esame e il successivo regolamento stabilivano gli stessi doveri, ma per una sola commissione! Evidentemente Moratti o chi per lei se ne sono dimenticati, quando nella Finanziaria 2002, per risparmiare pochi soldi, decisero che il presidente fosse unico per più commissioni, e che i commissari fossero tutti interni. Io ne presiedo tre, sono uno e trino; ma altri, ben di più! Ma né io né i colleghi abbiamo il dono dell'ubiquità.
Per la forma siamo a posto, ma per la sostanza? Basti pensare alla guerra ai telefonini; ma dopo un'ora, Internet dava i compiti già svolti. Siamo di fronte a operazioni di pura facciata. Ragazzi e docenti lo sanno. Il disegno è chiaro: eliminare anche l'esame finale.
I presidenti continuano a vigilare, ma su cosa, quando ogni commissione coincide con un Consiglio di classe, che è la chioccia dei propri alunni? La figura del presidente viene svuotata dal di dentro e ridotta a mera funzione notarile. Si perdono così mordente ed entusiasmo. E' una noia: il 100% dei promossi è vicino. Stando così le cose, chiedo al signor ministro di dotare i presidenti di pattini a rotelle: così, più agevolmente, potranno volteggiare tra le commissioni.
Michele D'Elia
Preside e Responsabile Scuola
della Federazione dei Liberali


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