Il Giorno-Gli studenti-manager restano senza soldi

Gli studenti-manager restano senza soldi

MONZA '#8212; Due anni fa, era stata presentata come la grande novità dell'istituto tecnico commerciale e per geometri Mapelli: la simulazione d'impresa.
I ragazzi avrebbero potuto lavorare per un giorno alla settimana in una sorta di impresa virtuale ricostruita nei sotterranei di via Parmenide, avrebbero contrattato con decine di altre "scuole-impresa" come la loro sparse in Italia ed Europa, avrebbero vestito i panni di manager in una sorta di Monopoli del Duemila. L'idea aveva affascinato decine di studenti e soprattutto genitori e Simulimpresa, cui si era affiancata per i geometri Simulcantiere, aveva riscosso un notevole successo portando nuovi studenti al Mapelli, in crisi di iscrizioni. Ora, tutto potrebbe incrinarsi. Non ci sono più finanziatori, pubblici e privati, e Simulimpresa, che già lo scorso anno aveva subito un primo stop, sembra destinata a restare al palo.
Solo la prima classe che aveva aderito al progetto riuscirà a proseguire per un altro anno nella sperimentazione. Per il futuro, si vedrà. Ma Simulimpresa, che avrebbe dovuto estendersi a tutte le prime dell'Itcg Mapelli, per ora non andrà avanti.
Erminio Zanchetta, preside del Mapelli, che aveva ereditato il progetto dal suo predecessore Antonio Orsatti, è amareggiato: "La situazione è poco piacevole, anche perché le richieste sono tantissime e il progetto è stato presentato anche lo scorso anno ai genitori. Un esperto costa circa 5mila euro all'anno e ce ne vogliono un paio per classe.
"Stiamo ipotizzando - prosegue il preside del Mapelli - di chiedere un contributo ai genitori che vogliono attivare il progetto: in fondo, l'interesse c'è. Tra l'altro abbiamo appena aderito, in virtù della nostra esperienza maturata nel settore, a un'associazione che ha come capofila un istituto di Legnano, finanziata dall'Unione Europea, per un progetto di simulazione di cantiere. Ma con la nuova Riforma Moratti, che intende separare formazione e istruzione, la sinergia fra mondo del lavoro e della scuola potrebbe non avere futuro".
Da.Cr.