FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3775755
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Il colore dell'acqua-di Arturo Ghinelli

Il colore dell'acqua-di Arturo Ghinelli

Nel mio circolo sono 83 i bambini stranieri su poco più di 700 iscritti. In tutte le scuole italiane i ragazzi provenienti da altre culture sono in aumento. La scuola italiana è sempre più colorata...

09/04/2003
Decrease text size Increase text size

Nel mio circolo sono 83 i bambini stranieri su poco più di 700 iscritti. In tutte le scuole italiane i ragazzi provenienti da altre culture sono in aumento. La scuola italiana è sempre più colorata.
Il colore della scuola è come quello dell'acqua, che assume il colore di chi ci sta dentro. E adesso dentro la scuola ci stanno loro.
Quando avevo fatto notare che la Moratti era stata nominata Ministro dell'Istruzione non più pubblica, qualcuno aveva detto che ero il solito permaloso che si attacca alle parole. Invece era un modo di parlar chiaro e dire pane al pane e vino al vino Secondo la loro narrazione privato è bello e l'attaccamento alla scuola pubblica è un retaggio del secolo scorso.
La scuola, per sua natura, non può avere un proprio colore a cui si deve adeguare chi entra, ma deve avere il colore dell'acqua. Perché la scuola è di tutti e per tutti...non uno di meno.

E' stata la scuola di Jens, venuto in seconda direttamente dal Ghana, e che ora frequenta l'Università, di Giacomo, colpito alla nascita da tetraparesi spastica, che l'ha frequentata fino alla seconda superiore e poi ha trovato un lavoro ed è andato a vivere da solo, di Martina, della Chiesa avventista del 7° giorno, che non voleva studiare le guerre e che oggi studia canto, di Rikka, anglicano e per giunta nero, che mentre frequenta l'Università ha coronato il suo sogno di diventare un campione. Sarà la scuola anche di Maicol e di Rihab, che oggi in prima escono insieme dall'aula quando arriva la maestra di religione (messa di ruolo dalla Moratti senza concorso) e che domani, temo, usciranno dalla scuola prima dei 15 anni.

E' la scuola dove si impara a ragionare con la propria testa e dalla quale si esce sapendo di non sapere tutto, ma avendo gli strumenti per continuare ad apprendere per tutta la vita.
E' la scuola in cui, dal confronto con gli altri, si forma la propria identità, perché è rimasta il solo luogo in cui incontrare i diversi e giocare, in assoluta parità, ognuno la sua parte.
E' la scuola in cui anche Gianni può scoprire che essere nato povero non significa essere sempre bocciato, ma che anzi, proprio dalla scuola, può venire la promozione sociale.
E' la scuola di tutti con più tempo a disposizione, perché nella formazione la variabile tempo è fondamentale.
E' un'esperienza di vita, un'esperienza profonda che lascia il segno e si ricorda volentieri anche a distanza di molto tempo.E' la scuola pubblica ,preferibilmente a tempo pieno, altrimenti...
Altrimenti avremo la scuola cattolica, la scuola coranica, la scuola padana, la scuola di Reggio Emilia.....A proposito, in provincia di Reggio Emilia si è già aperta una scuola coranica, in cui confluiscono bambini di fede musulmana provenienti anche dalle province vicine.

Nella società attuale la scuola è rimasto l'unico luogo d'incontro di tutti, dopo basterà il tifo per la squadra di calcio a dividerli e saranno botte da orbi. Chiedo di evitare la balcanizzazione della scuola. Non cambiate la natura della scuola, non fatela diventare un'altra cosa, un ogm (organismo geneticamente modificato). Per evitarlo bisognerebbe brevettarla. Andare all'ufficio brevetti e brevettare la scuola color dell'acqua. Bisognerebbe proprio farlo perché l''accordo generale sul commercio nei servizi'(GATS) trasformerà, in tutto il mondo, l'educazione da pubblico diritto a merce comprabile, per un giro d'affari stimato intorno ai 2000 miliardi di dollari. Presto in Italia lo stato giuridico degli insegnanti non sarà più contrattato (anche i sindacati, per questo governo, sono un retaggio del secolo scorso) ma verrà deciso per legge dal Parlamento, così gli insegnanti saranno assunti dal dirigente per chiamata diretta, evitando le lungaggini delle graduatorie
.
Anche nella scuola ci sarà la deregulation più completa, il far-west dei precari, perché saremo tutti
Precari (che già oggi sono il 34 % della categoria).
Con la privatizzazione della scuola ci sarà ovviamente il mercato degli insegnanti: ogni scuola potrà scegliere gli insegnanti che preferisce e assumerli per chiamata diretta. Allora ho pensato che andrò all'Ufficio Brevetti e compilerò il modulo per essere geneticamente non modificabile,almeno io. Se dovrò essere comprato, venderò cara la pelle.
Per questo vorrei subito manifestare in difesa della scuola pubblica, la scuola color dell'acqua perché scuola di tutti, non uno di meno.

Arturo Ghinelli, maestro di scuola pubblica


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL