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i Soldi Chiesti a Scuola Contributi «volontari» o Ricatto alle Famiglie?

L'ultima sorpresa è di ieri: il ministero dell'Istruzione ha pubblicato una circolare per bacchettare i presidi, sempre più numerosi, che chiedono alle famiglie degli studenti i cosiddetti contributi «volontari»

09/03/2013
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Corriere della sera

Andrea Balzanetti

L a scuola italiana non finisce mai di stupire. L'ultima sorpresa è di ieri: il ministero dell'Istruzione ha pubblicato una circolare per bacchettare i presidi, sempre più numerosi, che chiedono alle famiglie degli studenti i cosiddetti contributi «volontari». Si tratta di cifre che oscillano tra i 150 e i 250 euro. Il problema è che troppo spesso, come denunciano le centinaia di segnalazioni arrivate a viale Trastevere, a testate giornalistiche e ai siti specializzati, questi contributi «volontari» si trasformano in contributi «obbligatori» con minacce, più o meno esplicite, di ripercussioni sui risultati scolastici o sulle iscrizioni per l'anno successivo. Tra i casi più odiosi il portale Skuola.net ha segnalato quello di una scuola di Treviso dove il preside ha minacciato la sospensione per gli alunni «morosi» e quello di un istituto di Brescia dove il dirigente scolastico, in un caso simile, ha addirittura inviato una lettera minacciando «il recupero coatto della somma dovuta, degli interessi e della rivalutazione monetaria intervenuta». Insomma, l'aiutino chiesto alle famiglie degli studenti negli anni si è evoluto passando dalla pittoresca richiesta di carta igienica e saponette per i bagni a una quasi estorsione. E, logicamente, il ministero dell'Istruzione non poteva non intervenire. Per ribadire delle ovvietà. Ricordando ai presidi che gli eventuali abusi «oltre a danneggiare l'immagine dell'intera amministrazione» e a «minare il clima di fiducia e collaborazione» con le famiglie, si configurano come una vera e propria «lesione del diritto allo studio». Precisando che le tasse erariali vanno pagate solo al quarto e quinto anno delle superiori e le scuole non hanno «nessuna ulteriore capacità impositiva». Concludendo con durezza che non saranno accettati comportamenti «vessatori» e minacciando «sanzioni». Tutte ovvietà, dunque, che il ministero dell'Istruzione è stato costretto a ribadire. Sperando che i presidi si adeguino senza coinvolgere in alcun modo gli studenti


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