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Giovani e droga: quando lo sballo è social

Una nuova moda diffusa tra gli adolescenti: il bong.

06/02/2017
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Jobsnews

di Elisa Spadaro

“I ragazzini iniziano ad essere presi di mira come potenziali consumatori di sostanze già in seconda, terza media. C’è tantissimo sommerso e parallelamente, sui social network, l’abuso è sempre più spettacolarizzato, in vere e proprie vetrine online di consumo e mercato”. La denuncia arriva direttamente dal Tribunale per i minorenni con l’intervista a Ciro Cascone, procuratore capo, nella edizione di Milano del Corriere della Sera e solleva forti preoccupazioni sui nuovi e diversi usi di sostanze stupefacenti, già tra gli studenti della seconda o della terza media.

 “Il desiderio di emergere sui social, con tante visualizzazioni, influisce sul tipo di droga scelta. Gli strumenti sono sempre più cinematografici: maschere che coprono tutto il volto per aspirare i principi della cannabis con sostanze sintetiche che li rinforzano, bong, spinelli elettronici, bevande fluorescenti, codeina spalmata sul gelato. L’obiettivo è raccogliere tante visualizzazioni. Il ventaglio di sostanze disponibili è infinito e si rinnova continuamente. Oggi i ragazzini si approvvigionano anche sul deep web, dove trovano stupefacenti a basso costo. Si formano quasi dei gruppi di acquisto, per comprare in quantità e a volte i post su Facebook o Instagram diventano veri e propri negozi online: si mette in mostra il consumo, ma in realtà si vuole anche vendere”.

“Il bong è sempre nello zaino” racconta Michele, 15 anni, del quartiere milanese di Affori. “Fumiamo già dalle medie. Ci facciamo ogni pomeriggio. All’erba mescoliamo aromi, alcuni aggiungono delle sostanze sintetiche. Sempre diverse. Ce ne sono tantissime, scegliere dà l’illusione di libertà”. Prosegue: “quasi tutti i pomeriggi, in giro, è un rito. A turno portiamo il bong nello zaino di scuola. È’ una grande pipa”. Alcuni lo fanno solo per postare le foto nelle chat di WhatsApp, “fa un bell’effetto se qualcuno ti riprende, facciamo i video e li postiamo”, continua Michele.

Sballo da esibizione, quindi. Un consumo non più fine a se stesso, ma da mettere in vetrina. E più è bassa l’età, più è forte l’ansia da ostentazione e si finisce per scegliere la droga che si spettacolarizza di più.

“Alle medie ci hanno fatto delle lezioni, anche tra pari, tenute da ragazzi più grandi di noi. Ma parlavano di droghe tradizionali, cocaina, eroina, ecstasy. Non sono quelle che vanno adesso. Noi facciamo tutto legale. E poi cambiamo sempre sostanze, per non diventare dipendenti da una sola”. Dove si trovano? “Noi non le chiamiamo droghe. Comunque, le hanno i ragazzi più grandi. O si trovano sul dark web, ti metti tutti insieme e ne compri un pacco. Ma anche sui profili aperti nei social capisci cosa c’è in giro”, e “a parte l’erba, vabbè, che magari poi la legalizzano, prendiamo roba legale. Alcool, farmaci. Li mescoliamo per l’effetto. Ma solo la sera usiamo quelli. Di giorno fumiamo l’erba”.

L’abuso di prodotti legali da parte dei ragazzini è un’emergenza sottovalutata. “Induce comportamenti a rischio che possono portare a patologie acute o a vere e proprie dipendenze. Ha effetti analoghi a quello delle droghe” spiega Riccardo Gatti, responsabile del dipartimento Dipendenze dell’Ats (l’ex Asl).

“Ad esempio, il consumo frequente di cocktail alla caffeina abbinati con l’alcol modifica la neurochimica del cervello. E non si fa nulla per contenere quel tipo di abuso legale. Anzi, l’acquisto di quei prodotti fa mercato, e dunque lo si promuove. L’uso deviato delle sostanze legali di cui i ragazzini abusano finisce per essere involontariamente sinergico a quello delle sostanze illegali”.


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