GdS-Alosi lancia l'allarme: scuola pubblica penalizzata dai nuovi tagli

Alosi lancia l'allarme: scuola pubblica penalizzata dai nuovi 'tagli'

"Dopo la perdita secca di 147 posti di personale Ata e 151 docenti causati dalla Finanziaria 2002, la scuola siracusana rischia di andare in ginocchio per gli ulteriori tagli imposti dalla legge Finanziaria 2003". Ad affermarlo è stato Roberto Alosi, segretario generale della Cgil scuola, che ha sottolineato come questo Governo non creda nella scuola pubblica. "Da un lato si opera un progressivo strangolamento delle scuole pubbliche attraverso una serie di provvedimenti restrittivi che impongono la riduzione del sei per cento dell'intero organico del personale Ata, 2295 unità nella sola provincia di Siracusa; l'affidamento ad aziende esterne mediante gara d'appalto di servizi fino ad oggi svolti dal personale dello Stato con conseguente riduzione proporzionale dell'organico stesso; la saturazione a 18 ore di lezione frontale di tutte le cattedre di scuola secondaria; la riduzione consistente dell'organico funzionale nella scuola primaria; l'aumento sconsiderato del numero di alunni per classi anche in presenza di uno o più allievi disabili; il taglio di migliaia di posti di insegnanti di sostegno mediante l'irrigidimento del parametro di calcolo degli stessi. Il tutto '#8211; continua Alosi '#8211; nell'anno europeo dei disabili. Ed ancora la consistente riduzione del tempo scuola attraverso la progressiva scomparsa del tempo prolungato e del tempo pieno. Dall'altra parte si introducono cospicui finanziamenti alle scuole private sia attraverso la forma del credito d'imposta alle famiglie, che attraverso l'erogazione del buono scuola in Sicilia. Infine '#8211; ha concluso il segretario generale della Cgil scuola '#8211; sul piano ordinamentale la recente approvazione della controriforma Moratti disegna una nuova forma d'ingegneria scolastica volta a destrutturare l'impianto del vigente sistema dì'istruzione pubblica a favore di una forma culturale che riproduce le differenze sociali trasformandole in disuguaglianze educative".

(martedì 4 marzo 2003