Gazzettino-Treviso-Ventiquattr'ore per una cattedra

SCUOLA Milleduecento precari in attesa dalle 8 di giovedì per l'#146;assegnazione di un posto o di una supplenza
Ventiquattr'ore per una cattedra
Nel capoluogo su 1.800 posizioni vacanti solamente 260 assunzioni di ruolo
(A.V.) "La scuola è questa: siamo qui in 1.200 precari delle elementari per poco più di 500 posti". Giovedì dalle 8.30 del mattino alle otto di sera una marea di insegnanti ha atteso nell'aula magna del "Palladio" un posto o una briciola di supplenza.
Una snervante maratona per la cattedra annuale partita a rilento a causa degli ultimi controlli alle ingarbugliate graduatorie in sede di nomina.

La corsa alla supplenza per le elementari si è conclusa ieri mattina. I docenti che hanno dovuto seguire con attenzione tutte le chiamate prima di aspettare il proprio turno e scegliere tra i posti rimasti hanno definito la calca di ieri: "Una mancanza di rispetto per la dignità classe docente". Le operazioni sono iniziate con un'ora e mezza di ritardo e da quanto riferito i precari sembra che l'attesa sia stata causata proprio dalle incertezze trovate nelle graduatorie. Tra tutti gli aventi diritto inclusi nelle liste è comunque stato registrato un assenteismo del 60 per cento. Secondo gli incaricati alle nomine si tratta di docenti che aspettano di essere chiamati direttamente dai presidi per racimolare magari qualche ora in più. Ieri mattina intanto sempre al Palladio si sono concluse anche le nomine degli insegnanti di scuola materna: 350 convocati per 80 posti. La preoccupazione è forte per i giorni di stipendio persi: chi ha avuto il posto percepirà il compenso con 20 giorni di ritardo. I sindacati Cgil, Cisl e Uil della scuola denunciano una crescita esponenziale del precariato che in alcune realtà supera il 50 per cento del totale degli occupati: a Treviso con 1.800 posti vacanti sono state fatte solo 260 assunzioni in ruolo.

Per lunedì prossimo alle ore 15.30 presso il liceo Canova è stata proclamata una manifestazione pubblica: una protesta contro l'instabilità del lavoro nella scuola e contro la Riforma Moratti: "Non si tratta di bloccare l'inizio dell'anno scolastico -spiega Elena Galimberti della Cisl scuola- è una forma di lotta per dire no alla riforma calata dall'alto, non spiegata ai genitori e non condivisa dagli insegnanti".

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