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Gazzettino-Il Ministero ha preso di mira il personale con meno di 16 giorni di assenza

Il Ministero ha preso di mira il personale con meno di 16 giorni di assenza I sindacati all'attacco: "Siamo contrari, si lede una norma contrattuale" Un nuovo scossone nel mondo della scuola...

02/11/2002
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Il Gazzettino

Il Ministero ha preso di mira il personale con meno di 16 giorni di assenza
I sindacati all'attacco: "Siamo contrari, si lede una norma contrattuale"

Un nuovo scossone nel mondo della scuola. Il ministro dell'Economia ha infatti deciso di decurtare gli stipendi accessori individuali al personale scolastico, docenti e Ata, che ha avuto assenze inferiori a 16 giorni negli ultimi due anni. La questione è partita nel gennaio di due anni fa, quando il ministero richiese all'Aran, l'agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, un parere specifico su queste assenze. Il verdetto è stato questo: le assenze inferiori a 16 giorni lavorativi, esclusi i ricoveri in ospedale, convalescenze post ospedaliere o gravi patologie, comporteranno una riduzione dei compensi accessori individuali. Così, il personale della scuola, che ha accumulato giorni di assenza a partire dall'aprile del 2000, potrebbe trovarsi una busta paga alleggerita di un trentesimo dei compensi individuali accessori per ogni giorno di assenza. Immediata la reazione dei sindacati scuola, che non hanno avuto possibilità di confronto, visto che l'Aran ha preso tutte le decisioni da solo, come sottolineano."Eravamo riusciti ad arginare le decurtazioni con la circolare 118 del 2000 - spiega Valeria Cittadin della Cisl scuola - ora l'Aran ne ha deciso la cancellazione. Proprio con questa, in provincia, eravamo riusciti a tamponare molte di queste situazioni. Non condividiamo che sia solo il ministero a dare un'interpretazione della questione. E' vero che si cerca di evitare l'assenteismo selvaggio, ma è anche vero che nessun docente prende uno o due giorni di assenza, sapendo come mette in difficoltà i colleghi per le sostituzioni. Sono a conoscenza di tante situazioni in cui i docenti vanno a scuola anche con la febbre, pur di non gravare sui colleghi. Nella scuola non c'era bisogno di ulteriori disincentivi". Dello stesso parere anche Teresa Bradiani della Cgil scuola. "La questione interessa tutto il personale della scuola - spiega - il sindacato è contrario a un provvedimento di questo tipo, che va a ledere una norma contrattuale: il compenso individuale autonomo per l'Ata e la retribuzione professionale per il personale docente che, appunto, non è certo solo legata alla presenza in servizio. In questo modo si va a penalizzare ancora di più l'istruzione scolastica pubblica, e proprio nel momento in cui si dovrebbe invece parlare di rinnovo contrattuale e di equiparazione della scuola italiana a livello europeo. Abbiamo già chiesto un incontro con l'Aran, come gli altri due sindacati, e vedremo se potranno esserci ulteriori chiarimenti".
Maria Benedetta Errigo


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