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Gazzetta i Reggio-UNA RIFORMA VECCHIA E CLASSISTA

LA SCUOLA DELLA MORATTI UNA RIFORMA VECCHIA E CLASSISTA di Mirko Tutino * Al Senato si è concluso il dibattito sul disegno di legge del ministro Moratti sul riordino dei cicli scolastici. La s...

24/11/2002
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Gazzetta di Reggio

LA SCUOLA DELLA MORATTI
UNA RIFORMA VECCHIA E CLASSISTA

di Mirko Tutino *

Al Senato si è concluso il dibattito sul disegno di legge del ministro Moratti sul riordino dei cicli scolastici. La scelta del ministro è chiara da tempo: anticipare la scelta degli studenti tra formazione professionale e istruzione liceale e diversificare sempre più i due percorsi, rendendo impossibile ogni tipo di integrazione tra le due scelte. Scelta resa nota sin dai primi mesi del governo Berlusconi, quando venne bloccata l'attuazione della precedente riforma Berlinguer in cui si introduceva un biennio obbligatorio dell'istruzione superiore che innalzava gli anni della scuola dell'obbligo e rendeva sempre più possibile a tutti di ottenere una qualifica al termine degli studi spendibile in un mondo del lavoro in continua evoluzione. Le scelte applicative incomplete fecero ritardare l'entrata a regime della riforma e permisero al ministro Moratti di bloccare un processo ancora in fase embrionale.
Per quanto il volto che questa maggioranza si vuol dare sia quello della modernità e dell'aggiornamento, sulla scuola sta riportando il paese alla struttura precedente le grandi riforme del 1969 frutto delle pressioni che un movimento ampio quanto trasversale mise in atto.
Oggi, davanti a una riforma che non mostra alcun interesse a qualificare la scuola pubblica, e ciò è visibile sia nelle scelte strutturali sia in quelle economiche della Finanziaria che introducono tagli sugli organici (in Emilia calano i docenti di ruolo a fronte di un incremento degli alunni pare a 10.000 unità), è opportuno muoversi.
Lo hanno fatto e lo continueranno a fare gli studenti che si stanno mobilitando in tutte le città italiane, ma lo sta facendo anche la nostra Regione, impegnata nel configurare un disegno di legge regionale sulla formazione in grado di partire dalle riforme degli anni dell'Ulivo per migliorarle e integrarle con le esigenze del nostro territorio.
E' importante che si crei un solido asse in grado di saldare le proposte istituzionali delle Regioni interessate alla salvaguardia della scuola pubblica, con la protesta e le idee degli studenti, dei genitori e degli insegnanti. Il governo, contrariamente alla Regione Emilia-Romagna, non ha chiesto agli studenti un parere sulla sua proposta, confermando il proprio disprezzo verso ogni forma di rappresentanza studentesca, istituzionale e non. Tutto ciò rende sempre più necessario che le forze che rappresentano i vari soggetti della scuola (sindacati, organizzazioni di genitori e associazioni studentesche) si organizzino, per discutere e proporre un modello di scuola alternativo a quello del ministro.
Il governo non ha ancora legiferato in materia di parità, ma sia la finanziaria, che le scelte nelle Regioni guidate dalla Casa delle Libertà fanno pensare all'introduzione di modelli quali il buono scuola o la distribuzione paritaria di fondi tra pubblico e privato. Dovremo mobilitarci per difendere la nostra scuola che è di tutti e per tutti e non solo di pochi. Penso che sia molto pericoloso in questo senso il referendum chiesto da Rifondazione Comunista per cancellare le leggi sulla parità voluta dall'Ulivo, che costituisce una base di regole che chiedono garanzie a qualsiasi privato voglia occuparsi di formazione in cambio di sostegno a singoli progetti. Se passasse la linea del PRC ci troveremmo in un deserto normativo in cui la Moratti, Bossi, con le scuole padane e Berlusconi potrebbero ricostruire a loro piacimento da zero le norme sulla parità.
Un'ultima battuta: sembrerebbe positiva l'idea di obbligare sin dalle elementari gli studenti a studiare l'inglese, in realtà questa scelta è presente da più di un decennio nelle proposte di legge governative e non si è mai attuata per mancanza di fondi, che non potrà che accrescersi con i tagli voluti con l'ultima finanziaria: la proposta è uno specchietto per le allodole.