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Gazzetta di Reggio-Protesta a scuola per le 18 ore

Nuove cattedre, i docenti del Bus guidano la sollevazione delle superiori contro le modifiche Protesta a scuola per le 18 ore "Le classi rischiano di cambiare tutti gli insegnanti" l.s. L'obbl...

03/07/2003
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Gazzetta di Reggio

Nuove cattedre, i docenti del Bus guidano la sollevazione delle superiori contro le modifiche
Protesta a scuola per le 18 ore
"Le classi rischiano di cambiare tutti gli insegnanti"

l.s.

L'obbligo di formare cattedre con 18 ore settimanali di insegnamento sta suscitando malumore e proteste nelle scuole superiori. I docenti dell'istituto sperimentale Blaise Pascal chiedono una convocazione straordinaria del collegio docenti e del consiglio d'istituto, oltre all'intervento della rappresentanza sindacale unitaria e dei sindacati di categoria. "Questo provvedimento - spiegano - rischia di avere devastanti conseguenze sulla qualità del rapporto educativo e sull'efficacia della formazione".
Si tratta dell'applicazione dell'articolo 35 della legge finanziaria, che impone la rigorosa applicazione del contratto di lavoro. Finora si era data priorità alla continuità didattica, facendo in modo che ogni professore, nei limiti del possibile, mantenesse gli stessi studenti in prima e seconda classe, e dalla terza alla quinta. In tal modo si formavano cattedre con le classi della medesima sezione per un totale di 15, 16 o 17 ore. Allo scopo di completare l'orario contrattuale, le ore rimanenti (una, due o tre) venivano messe a disposizione per sostituire i colleghi assenti o per attuare progetti didattici.
Dal prossimo anno scolastico in molti casi ciò non sarà più possibile. "Accade - riferiscono i docenti del Pascal - che i funzionari del Centro servizi amministrativi (ex-provveditorato) impongono, su indicazioni del Ministero o per eccesso di zelo, criteri di ripartizione delle ore che scardinano la continuità didattica, un elemento essenziale per garantire l'efficacia dell'azione educativa. Queste scelte assurde consentono risparmi irrisori, mentre ledono i diritti degli studenti".
I DS. Gianluca Chierici, responsabile scuola della federazione provinciale Ds, denuncia, a questo proposito, il venir meno di migliaia di posti di lavoro a livello nazionale: "Vi saranno - scrive - 6902 cattedre in meno, 1.514 subito e 5.388 dal 2004, soprattutto nelle scuole in espansione. La preoccupazione di tutti è il peggioramento dell'offerta didattica, la discontinuità dell'insegnamento, la difficoltà nel gestire iniziative multidisciplinari, senza parlare dei complessi problemi organizzativi".
LA CGIL. "I professori soprannumerari - sottolinea Mauro Montagnani, segretario provinciale della Cgil-scuola - saranno almeno 64. Se la soprannumerarietà dipende dall'obbligo delle 18 ore, per un anno potranno rimanere nella stessa scuola. Altrimenti devono chiedere il trasferimento. Ci saranno problemi per le supplenze brevi e per l'attuazione dei progetti. Come Cgil abbiamo protestato da soli con lo sciopero del 18 ottobre e poi, unitariamente, con quello del 24 marzo. Continueremo l'iniziativa sindacale in settembre sulla base delle informazioni sulla formazione degli organici".
IL CSA. Vincenzo Aiello, direttore del Csa, nega ogni eccesso di zelo da parte del suo ufficio: "Si tratta - sottolinea - di una norma di legge che il Ministro, i direttori e i dirigenti scolastici hanno il dovere di applicare. Non la si deve drammatizzare. I soprannumerari potranno restare dove sono. L'Emilia-Romagna, poi, è l'unica regione che non ha subito tagli di spesa". Intanto rimane aperta la questione degli insegnanti di sostegno. Ai sindacati è stata data assicurazione che il loro numero non verrà ridotto. Nella nostra provincia erano 625, di cui 440 assegnati su posti normali e gli altri in deroga.


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