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Gazzetta di PR-La nuova scuola è diseguale

OPINIONI "La nuova scuola è diseguale" Nei giorni scorsi il Senatore Guasti è intervenuto sulla riforma della scuola del Ministro Moratti. Nell'articolo il Senatore, con toni davvero pr...

02/04/2003
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Gazzetta di Parma

OPINIONI "La nuova scuola è diseguale"
Nei giorni scorsi il Senatore Guasti è intervenuto sulla riforma della scuola del Ministro Moratti.
Nell'articolo il Senatore, con toni davvero propagandistici, afferma che la riforma si ispira a principi di "libertà, flessibilità, equità", che la riforma restituisce agli insegnanti il ruolo di protagonisti, che la sostituzione dell'"obbligo scolastico" con il "diritto-dovere" all'istruzione rappresenta una positiva differenza culturale e, infine, che la maggioranza ha difeso compatta la riforma.

La realtà è però un'altra.

Va premesso innanzitutto che la legge Moratti è priva di finanziamento e dovrà individuare le risorse con "risparmi" da realizzarsi nell'attuale sistema scolastico. Ciò sta già producendo prime concrete conseguenze: da settembre riduzione delle classi, riduzione del tempo pieno, taglio (circa dimezzamento) degli attuali insegnanti di sostegno. E' forse questa "l'equità"?

Non è vero che la maggioranza ha difeso a "spada tratta" la riforma; anzi, diversi parlamentari della maggioranza hanno presentato numerosi emendamenti su punti importanti della legge, poi ritirati e trasformati in ordini del giorno, che il Ministro Moratti ha dovuto ripetutamente "garantire" di considerare in sede di Decreti Delegati (le norme attuative della legge di riforma).

La riforma non restituisce affatto il ruolo di "protagonisti" agli insegnanti; anzi limita già da ora gli spazi progettuali con la riduzione dei docenti assegnati alle scuole per i progetti previsti dall'Autonomia Scolastica.

Si sostituisce poi all'obbligo scolastico il concetto di diritto-dovere all'istruzione. Che questo possa costituire una possibilità in più di libertà, specialmente per quei bambini e quei giovani che sono esclusi, ancora oggi, nel nostro paese dall'obbligo scolastico, il Senatore Guasti dovrebbe spiegarlo!

Infine, non è del tutto vero che Confindustria ed il mondo produttivo abbiano espresso "lusinghieri" consensi alla riforma; infatti in più occasioni hanno manifestato perplessità rispetto alla riduzione dell'obbligo di un anno, ed hanno riscontrato il rischio concreto di impoverire il percorso formativo dei giovani. Ad ogni imprenditore è ben presente l'esigenza di poter disporre di risorse umane con livelli di formazione professionale polivalente capaci di coniugare la cultura del "sapere" e la cultura del "fare", piuttosto che di una formazione specialistica precoce.

Per questo la Regione Emilia Romagna ha approvato nei giorni scorsi una legge che si pone l'obiettivo, fra gli altri, di attenuare le negative conseguenze di un avvio precoce all'istruzione professionale e di "recuperare", con progetti finalizzati, le conseguenze della riduzione dell'obbligo scolastico.

Questa riforma non risponde ai bisogni ed alle attese del nostro paese, per questo continueremo ad impegnarci, a livello parlamentare e nella società, per affermare una scuola responsabile del proprio progetto culturale e didattico, in cui siano soggetti protagonisti gli studenti, i docenti, le famiglie, i dirigenti, il personale non docente. Una scuola autonoma che appartiene a se stessa, alla sua comunità, al Paese. Una scuola per tutti e per ciascuno, per tutta la vita.

On. Carmen Motta


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