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Gazzetta di Parma-Elementari a 5 anni? Non fa bene alla crescita dei bambini

DIBATTITO SULLA RIFORMA MORATTI "Elementari a 5 anni? Non fa bene alla crescita dei bambini" Mandare a scuola i figli a cinque anni non fa bene alla loro crescita, anche se "tecnicamente"...

03/03/2003
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Gazzetta di Parma

DIBATTITO SULLA RIFORMA MORATTI "Elementari a 5 anni? Non fa bene alla crescita dei bambini"
Mandare a scuola i figli a cinque anni non fa bene alla loro crescita, anche se "tecnicamente" è possibile. La riforma della scuola promossa da Letizia Moratti sbaglia quando dà la possibilità di anticipare di un anno l'entrata a scuola. Con più alunni servirebbero anche più insegnanti ma i tagli prevedono il contrario. Lo pensano gli insegnanti di "La scuola siamo noi - Coordinamento scuole di Parma", che venerdì ne hanno discusso in un incontro pubblico alla scuola elementare Cocconi.
La scuola siamo noi è un gruppo di duecento insegnanti che da un anno promuove il dibattito e la critica alla riforma della scuola. Il tema di venerdì, "I tempi dei bambini", è stato affrontato da Paola Corsano, docente di Psicologia dell'età evolutiva, Sandra Benedetti - responsabile dei Servizi educativi alla prima infanzia della Regione - e Paola Cagliari del "Coordinamento nidi-materne di Reggio Emilia". È intervenuto l'assessore ai Servizi educativi Paolo Lavagetto.

"La valutazione è preoccupata e negativa - dice il moderatore Francesco Caffarra - La riforma punta a fare entrare più in fretta nel mondo del lavoro ma nessuno ha spiegato quali sono i vantaggi per i bambini". Non ci sono studi scientifici che vietino o approvino di anticipare l'entrata a scuola, ammette Paola Corsano. Spiega però di essere contraria: "Lasciamo loro il tempo di consolidare l'apprendimento". Ci sono diversi tipi di tempi nella crescita dei bambini: tempi evolutivi, dell'apprendimento, del gioco e "del vuoto". Ogni bimbo si sviluppa in modo diverso, ma in generale le fasi della crescita non vanno forzate. A volte i bambini conoscono numeri e lettera già a cinque anni ma non è scontato che impareranno più in fretta a leggere e scrivere. Avere più stimoli non significa imparare di più. I genitori, poi, si spaventano per i "tempi morti" dei figli: dopo aver imparato alcune nuove parole o nozioni, sembra che la crescita si fermi. In realtà queste pause sono salutari per "digerire" quanto imparato e apprendere più facilmente.

Sandra Benedetti paventa che la riforma Moratti inneschi due effetti negativi. Da un lato si rischia di non rispettare le fasi di crescita dei bambini, indotti anche a una "socializzazione forzata". Dall'altro, c'è il rischio di una negativa "competizione narcisistica fra genitori: ognuno vuole avere il figlio più intelligente e bravo". Secondo Paola Cagliari, la riforma rischia di ridurre i nidi a luoghi di custodia dei piccoli, ricacciati nel ruolo di problema della famiglia. Lavagetto invece spezza una lancia per il progetto Moratti. È positivo che, senza imposizioni, faccia scegliere alle famiglie perché c'è la famiglia al centro dell'educazione. Parma sta sperimentando la scuola anticipata con 19 bambini, negli istituti Alice e Mago Merlino. "I risultati _ dice _ finora non ci danno preoccupazioni. E poi l'anticipo va letto per gli effetti positivi per i genitori più che in termini negativi per i bambini".

Andrea Violi


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