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Gazzetta del sud-Papà e mamme fuori dagli organismi d'istituto

RICERCA DEL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE Papà e mamme fuori dagli organismi d'istituto Scuola, genitori latitanti I genitori sono lontani dalla scuola. È il dato che emerge da una ricerca fatta ...

14/06/2002
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Gazzetta del Sud

RICERCA DEL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE

Papà e mamme fuori dagli organismi d'istituto
Scuola, genitori latitanti

I genitori sono lontani dalla scuola. È il dato che emerge da una ricerca fatta dal servizio statistico del ministero dell'Istruzione sull'affluenza alle urne dei genitori e degli studenti, per il rinnovo degli organi scolastici collegiali nell'anno appena chiuso. I dati - rileva il prof. Guido Leone, responsabile delle pubbliche relazioni dell'ufficio scolastico reggino - appaiono negativi in quanto evidenziano la tendenza, peraltro storica, alla disaffezione al voto da parte delle componente genitoriale, un pò meno per gli studenti, anche se il valore delle percentuali è differente fra le due componenti elettorali. In particolare, nell'istruzione primaria la percentuale dei genitori che ha votato è stata, a livello nazionale del 33,5% (35,8% l'anno precedente),al sud del 29,9% (3,5%), in Calabria del 34,2% (38,6%, cioè 4,4 punti in meno rispetto all'anno precedente). Negli ultimi dieci anni la media si è abbassata,nella nostra regione,di ben 10,5 punti. La regione nella quale ci sono stati meno votanti è la Sardegna con il 26,2%, quella con il maggior numero di votanti il Trentino con il 43,4%). La Calabria si colloca al decimo posto nella classifica delle regioni. Nella scuola secondaria di primo grado il dato partecipativo a livello nazionale è del 29%, come l'anno precedente, al sud è del 24,7% (24,4%), in Calabria del 27,6% (0,5% in meno). Si tratta di una conferma dei valori dell'anno scorso, ma comunque inferiore rispetto alla percentuale media sia del nord che del centro Italia. Ma dove lo stacco è notevole tra scuola e famiglia è nella scuola secondaria superiore: la percentuale dei genitori votanti è diminuita rispetto all'anno precedente, passando in complesso dal 12,5% al 12%; e a livello circoscrizionale, dal 17,5% al 16,3% per l'Italia settentrionale, dall'11,6% al 10,9% per l'Italia centrale, mentre per il Mezzogiorno la situazione è stazionaria con l'8,9%. Anche a livello regionale c' è stata disparità di risultati: si passa dal 30% del Trentino, al 17,3% della Lombardia, al 9,8% della Calabria (1,2% rispetto all'anno scorso, -0,2 rispetto a dieci anni fa), al 6,4% del Molise, al 3,8 della Sardegna. Il voto complessivo nazionale dei genitori quest'anno ha dunque toccato il minimo storico. Più consistente, invece, la partecipazione alle urne della componente studentesca: la media nazionale è stata dell'83,4%. Ma è il minimo storico nell'ultimo decennio. Si coglie, tuttavia, una minore affluenza al voto nel sud con il 79,1%, contro l'83,5% del centro e l'88,5% del nord. Il Trentino con il 92,5% è stata la regione dove si è votato di più, mentre la più bassa partecipazione si è registrata in Campania con il 75,1%,a fronte dell'81,9% della Calabria (5,7% in più rispetto a dieci anni fa). Valore, quest'ultimo, comunque, inferiore dell'1,5% al dato complessivo nazionale. Rispetto all'anno precedente si nota, un po' ovunque nella varie regioni un lieve calo. Certo - commenta Leone - sono lontani gli anni Settanta, quando l'introduzione degli organi collegiali aveva portato una ventata di novità all'interno della scuola. La partecipazione cessava di essere un concetto astratto e diventava impegno, volontà di cambiare un mondo per troppi anni rimasto lontano dalla realtà, dalla vita. Era un tentativo di fare entrare nella scuola l'educazione civica, non quella che si impara sui libri ma quella che si manifesta nella vita di tutti i giorni. I genitori entravano a pieno diritto nel variegato universo scolastico; cominciavano a conoscere i problemi dall'interno e non per sentito dire; gli studenti, assemblea dopo assemblea, con maggiore o minore difficoltà, avevano iniziato a discutere dei loro problemi. La disaffezione al voto, costante negli anni da parte delle famiglie nei confronti degli organi collegiali, rimanda soprattutto a fattori di disagio. Come, peraltro, è stato confermato dagli esiti di un recente monitoraggio triennale condotto dal ministero dell'Istruzione. Nell'ultimo anno è stato coinvolto un campione di quasi 60 mila genitori e 20 mila studenti cui è stato chiesto di compilare una scala di atteggiamento rispetto a 30 affermazioni che indagavano il loro modo di vivere la scuola, i rapporti con i docenti, la cultura organizzativa della scuola. La scuola dell'autonomia. Il risultato rispetto all'elaborazione del Pof (Piano dell'offerta formativa) e alla sua elaborazione vede una scarsa presenza dei genitori e, per quanto riguarda le scuole superiori, degli studenti. I genitori e gli studenti vi hanno contribuito solo nel 40% dei casi.

Felice Cavallaro


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