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Gazzetta del Sud-La scuola non è più solo istruzione

Il prof. Guido Leone, a un mese dall'inizio delle lezioni, mette a fuoco gli aspetti della nuova normativa La scuola non è più solo istruzione "Decisivo il ruolo degli enti locali perché è impo...

24/08/2002
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Gazzetta del Sud

Il prof. Guido Leone, a un mese dall'inizio delle lezioni, mette a fuoco gli aspetti della nuova normativa
La scuola non è più solo istruzione
"Decisivo il ruolo degli enti locali perché è importante il rapporto col territorio"

Cristina Cortese

Ultimi 'spicchi' di sole, ultimi scampoli di libertà. L'estate tiene ancora, si sente sulla pelle, ma il dovere chiama e con il passare dei giorni diventa un pensiero fisso. Sedici settembre, ecco il giorno fatidico che attende i 97.423 studenti di Reggio e provincia. È il primo giorno di scuola, è la sveglia che suona alle sette di mattina, è la colazione più invernale rispetto alla balneare granita e brioche per poter reggere le ore di lezione, dopo aver perso l'abitudine. Il ritmo si presenta elevato: dal 16 settembre al 7 giugno del prossimo anno scorrono nove mesi e almeno 200 giorni di lezione. Ma per gli operatori scolastici-dirigenti, docenti e personale amministrativo l'appuntamento è ancora prima. Il 2 settembre dovranno trovarsi nelle rispettive sedi scolastiche per l'avvio del nuovo anno 2002/2003 che comporta tutta una serie di operazioni di natura collegiale. È un primo contatto, in vista della rivisitazione del Piano dell'offerta formativa e della preparazione delle attività di accoglienza per le matricole dei vari ordini di scuola. Ma quali incognite, a poche settimane dall'inizio delle lezioni, gravano sul mondo della scuola? Il clima si presenta acceso. C'è da fare i conti con l'avvio delle sperimentazione della nuova legge sulla scuola voluta dal Ministro Moratti che dovrebbe coinvolgere un campione nazionale, territorialmente rappresentativo, di scuole materne ed elementari, e riguardante le iscrizioni in anticipo per i bambini che compiranno 3 e 6 anni di età entro il 28 febbraio 2003. La battaglia è anche sul fronte sindacale, non solo in merito ai contenuti della riforma, ma anche per la fase di rinnovo contrattuale, a fronte di palesi ristrettezze economiche del bilancio ministeriale. Altro appuntamento è previsto per settembre sul versante parlamentare, dove riprenderà l'iter del disegno di legge delega bloccato in commissione istruzione di Palazzo Madama. Il quadro appare profondamente rinnovato. La domanda nasce spontanea: si va davvero verso un nuovo modello di governo del sistema di istruzione? Lo chiediamo al prof. Guido Leone, attento conoscitore del 'pianeta' scuola non solo della nostra provincia. Leone esordisce così: "Ci siamo già dentro", e poi traccia il nuovo quadro: "C'è un nuovo soggetto istituzionale, dotato di autonomia funzionale che è l'istituzione scolastica autonoma; il nuovo Ministero dell'Istruzione è garante dell'unitarietà nazionale del sistema dell'istruzione, individuando,tra l'altro, obiettivi, standard, ordinamenti, indirizzi curricolari e svolge attraverso la sua nuova articolazione organizzativa centrale e periferica, il supporto tecnico allo sviluppo dell'autonomia scolastica; regioni, province, comuni i cui nuovi compiti e funzioni in tema di istruzione sono elencati agli artt.136-139 del D.L. 112/98,e per quanto riguarda la formazione professionale negli artt.140-147,sono i soggetti che assicurano 'il governo territoriale' del sistema di istruzione e formazione: programmano la rete dell'offerta scolastica e formativa sul territorio".
'#8211;Dove sta il cuore del nuovo modello di governo, dunque? "Il cuore è nel rapporto tra scuola e territorio,dove territorio significa quella comunità, quelle tradizioni culturali, quelle vocazioni produttive e occupazionali, quei soggetti istituzionali e no che sono su quel territorio. A ben guardare, tutto ciò configura qualcosa di più del semplice decentramento ed è qualcosa di diverso da certo federalismo scolastico che a volte ha il sapore di un neo-centralismo regionale". Il nuovo modello di governo presuppone che tutti i livelli e soggetti partano dotati della pienezza dei propri nuovi compiti, funzioni e poteri. Ammette Leone: "Se non fosse così, i rischi sarebbero davvero elevati: la coerenza e le finalità del modello potrebbero risultare gravemente compromesse; alcune materie potrebbero restare nel limbo, ingenerando conflitti. Questi rischi sono tutti presenti e stupisce che siano ancora troppo poco avvertiti".
'#8211;Qual è il rapporto,dunque,tra autonomia scolastica ed enti locali? "La relazione fra i soggetti istituzionali non è un atto di buona volontà, ma è una questione di necessità. Il salto di qualità con il decreto legislativo 112 sta nel fatto che agli enti locali non si chiede più, e solo, di fornire servizi a supporto esterno dell'istruzione ma di operare direttamente scelte che incidono sul concreto esercizio del diritto allo studio da parte della collettività locale. Le componenti interne della scuola devono essere fortemente valorizzate dagli EE.LL. nel proprio lavoro, non si vede altrimenti come comuni, provincia, regione potrebbero esercitare le funzioni previste dal D.L. 112. Da parte loro, gli Enti Locali, rispetto alle nuove deleghe, devono dotarsi di professionalità specifiche, occorrono conoscenze e formazione che al momento non risultano essere, nella maggior parte dei casi, patrimonio di comuni, province e regione.
-Qual è, quindi, il metodo? "È quello della concertazione, delle pari dignità, del riconoscimento reciproco degli ambiti di competenza, delle funzioni specifiche e di quelle che possono e devono trovare punti di contatto e di collaborazione. La nuova situazione prefigura la costruzione di un sistema integrato di istruzione, educazione, formazione professionale e lavoro, per cui sembra opportuno che si cominci a pensare alla costituzione di particolari gruppi di lavoro o uffici interistituzionali con il compito di tracciare linee operative, strategie ordinarie e straordinarie di intervento per il coordinamento di politiche organiche di promozione del successo formativo".
'#8211;L'ente locale, perciò è chiamato a ripartire dalle domande dei cittadini e verificare insieme alla scuola le risposte da dare? "Una delle prime cose che il cittadino, lo studente, chiede è 'A scuola cosa trovo?' Ed è sulla risposta a questa domanda che egli misura le istituzioni. Il Comune '#8211; che ha sempre svolto funzioni di carattere ausiliario, di sostegno e di assistenza '#8211; oggi si trova ad esercitare un inedito mandato. Credo che ad ogni amministrazione faccia piacere vantare sul territorio la presenza di scuole con una buona offerta formativa. Si pensi poi alle iniziative di collegamento e di raccordo per i problemi dei trasporti, per le esigenze di una programmazione d'area circa le opportunità formative offerte agli allievi, da quelle sportive,a quelle artistico-musicali, ai percorsi di informazione e di sensibilizzazione su problemi emergenti dalla realtà locale o in ambiti territoriali più ampi, ai problemi di accoglienza e di integrazione dei cittadini stranieri, a forme di collegamento tra scuole dello stesso territorio. Questi sono alcuni aspetti di qualità che danno spessore culturale all'azione del comune che deve tenere le fila del progetto sociale, che accoglie e sostiene la domanda locale delle istituzioni scolastiche, della loro utenza, delle famiglie".
-Quali prospettive, infine, si profilano per la scuola e gli studenti reggini? "Premesso che il Comune capoluogo '#8211; come altri comuni della provincia reggina '#8211; ha rinnovato i suoi organi amministrativi solo da qualche mese, l'augurio è che le attenzioni verso il pianeta scuola si rafforzino. Il Coordinatore del C.S.A., dr. Giovanni Parisi, ha sottoscritto di recente il protocollo d'intesa sulla seconda triennalità progettuale, in applicazione della legge 285 per gli interventi a favore dei minori. Ma va ricordato che nel novembre scorso con la precedente amministrazione siglammo un protocollo d'intesa ben dettagliato per momenti operativi congiunti ed alcune iniziative utili all'arricchimento dell'offerta formativa. Per esempio, la realizzazione di un progetto integrato d'area del territorio (Piat) finalizzata all'innovazione dei processi formativi e delle strategie di accoglienza".


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