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Finalmente in Gazzetta Ufficiale il Regolamento del Concorso DS

di Antonio Valentino

23/09/2017
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ScuolaOggi

Finalmente! Dopo un parto innaturale durato quasi due anni, arriva in Gazzetta Ufficiale il Regolamento per il Concorso a Dirigente Scolastico. Non siamo ancora al Bando, ma comunque si è sulla direttiva di arrivo. Speriamo non diventi anche questo un incubo.

Un giusto sospiro di sollievo, quindi. Che non deve però far passare sotto silenzio l’assurdo e la vergogna di procedure amministrative che si sono trascinate per tempi lunghissimi, pur in presenza di emergenze scandalose: scuole senza un DS titolare per lunghi anni, costrette ad essere gestite da dirigenti di altri istituti, già super impegnatiti di loro.

Il danno fatto alle istituzioni scolastiche è incalcolabile. E questo ha già pesato nel passato, ma continuerà a pesare ancora molto di più sui processi di riforma del prossimo biennio.

Molto probabilmente anche il prossimo anno (2018-2019) non ci libererà dalle reggenze. Ma se qualcosa è possibile fare, dovrebbe essere studiata e prevista fin da ora.

Questo dovrebbe significare anche un impegno preciso a emanare il Bando in tempi brevissimi e prevedere una gestione delle due ultime fasi concorsuali (quelle della formazione e del tirocinio) in modo che sia possibile attribuire alle scuole i vincitori di concorso con la massima sollecitudine.

Le novità del Regolamento

Ma ora è bene che prevalga il sospiro di sollievo.

 Anche perché il nuovo Regolamento introduce importanti novità, rispetto al concorso del 2011, che si muovono nella direzione giusta.

Segnalerei soprattutto le seguenti:

Un percorso concorsuale in tre fasi, certamente più complesso e difficile, ma anche più promettente ai fini di una selezione e di una preparazione più incisiva per il ruolo che il DS è chiamato a giocare nella gestione di scuole sempre più complesse.

Le tematiche, che enfatizzano giustamente, nel profilo del DS, le competenze organizzative e gestionali, funzionali alla promozione di ambienti di apprendimento che recuperino la centralità dello studente e l’individualizzazione dei percorsi formativi. Anche al fine di valorizzare intelligentemente, con le nuove tecnologie digitali, metodologie e modelli più aperti ed efficaci di insegnamento e apprendimento.

Una prova preselettiva (100 domande a scelta multipla che saranno estratte da una banca dati, resa nota tramite pubblicazione sul sito del Ministero almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova) (V. Quadro 1), che prevede l’ammissione alla prova scritta di un “numero candidati pari a tre volte il numero dei posti disponibili per il corso di formazione dirigenziale”.  (Scompare quindi, per l’ammissione alla prova scritta, la soglia rigida dell’80% delle risposte esatte del precedente concorso).

Una prova scritta (V. Quadro 1) che sostituisce l’”elaborato” previsto dal Regolamento del 2011 con risposte aperte su cinque quesiti, sui temi indicati nell’articolo 10 del nuovo Regolamento, e due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2), su: organizzazione degli ambienti di apprendimento e sistemi educativi europei.

Una prova orale (alla quale si accede con il punteggio minimodi 70 punti nella prova scritta), che mira ad accertare la preparazione professionale degli aspiranti dirigenti, anche attraverso la risoluzione di un caso pratico (V. Quadro 2).

Due mesi di formazione specifica e 4 di tirocinio, per chi ha superato le due prove selettive: la novità più significativa, il cui senso e valore non ha bisogno di essere spiegata.

Al termine dei percorsi di formazione e tirocinio: una prova scritta (“elaborato” di carattere teorico-pratico, sulle materie oggetto dei moduli formativi frequentati); superata la quale, un colloquio finale (quattro domande, una per ognuno dei moduli formativi frequentati).

Sul Bando

Se gran parte del percorso è stato fatto, rimane però ancora da specificare – attraverso il Bando -una serie di questioni anche spinose, tra cui

-          Le modalità di svolgimento dell’eventuale prova preselettiva e di quelle selettive.  A proposito della prima,il problema - che ho visto sottovalutato anche dallo CSPI (che ha comunque indubbi meriti nella elaborazione di proposte migliorative, in buona parte accolte dal Ministero) – si sposta ora sulla qualità delle domande. Evitare quesiti inutilmente pretenziosi che niente hanno a che fare con la cultura del DS - e che tendano a privilegiare essenzialmente processi di memorizzazione e non già di riflessione e di correlazione di dati e concetti - dovrebbe diventare una sollecitazione forte al Ministero da parte dell’associazionismo professionale e del mondo sindacale.

-          Le modalità di svolgimento del corso di formazione dirigenziale e del tirocinio; dove si gioca la capacità progettuale e organizzativa del Ministero. Che potrà recuperare credito e fiducia presso la categoria - e non solo – quando si tratterà di mettere in piedi per la prima volta ambienti, strumenti e risorse adeguati all’impresa.

-          Il numero dei posti da mettere a concorso: quelli che risultino vacanti e disponibili alla data di indizione del corso-concorso e quelli che si prevede si rendano vacanti e disponibili, nel triennio successivo, per collocamento a riposo per limiti di età.

Insomma di strada ce n’è ancora da fare e la speranza è l’ultima a morire. L’obiettivo – e il problema da risolvere bene - è quello di fare in modo che il percorso, fino alla formazione, possa svolgersi nel corso dell’anno scolastico corrente.


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