Eco del Chisone-Quando i prof. occupano la scuola

Orbassano, agli istituti superiori Amaldi e Sraffa
Quando i prof. occupano la scuola
Lezioni frontali garantite '#8211; La protesta contro la riforma Moratti

ORBASSANO - Questa settimana gli istituti superiori Sraffa e Amaldi di Orbassano sono occupati per protesta: protagonisti di questa occupazione non sono però, come di consueto gli studenti, ma i loro docenti.

"Questa singolare occupazione, che si svolgerà nelle ore pomeridiane per non nuocere al regolare svolgimento delle lezioni, nasce come movimento di protesta alla discussa protesta di riforma delle cattedre a 18 ore", spiega Alessandra Terrile, docente di Lettere allo scientifico Amaldi.

La protesta degli insegnanti è iniziata con l'occupazione dello Sraffa martedì 3 giugno, seguita mercoledì e giovedì 5 dal vicino Amaldi e da molti istituti superiori torinesi, tra cui il Rosa Luxemburg ed il Cottini. Spiega la Terrile: "In questi due pomeriggi i miei colleghi ed io manifesteremo il nostro dissenso all'attuazione di questa riforma mostrando le tante mansioni dell'insegnante nella scuola al di fuori delle canoniche 18 ore: attività interdisciplinari, di approfondimento, di recupero'". Il movimento di protesta dei docenti culminerà in un dibattito sul tema che si terrà nella serata di giovedì 5 all'auditorium del liceo Amaldi; saranno presenti il sindaco di Orbassano, Carlo Marroni, e quello di Rivalta, Amalia Neirotti, ed alcuni esperti nell'ambito dell'istruzione pubblica: Mario Contu di Rifondazione comunista, già ospite dell'Amaldi durante l'autogestione del dicembre scorso, il dirigente del Csa (ovvero l'ex-provveditorato agli studi) Iennaco ed il dirigente del Cidi Mario Ambel. "Sono stati invitati al dibattito tutti gli studenti e le loro famiglie - spiega ancora la Terrile - avremmo così modo di sensibilizzare un buon numero di persone al problema, spiegando loro le motivazioni per cui riteniamo questa proposta delle 18 ore inaccettabile e quanto essa nuocerebbe non solo alla professionalità di noi docenti, ma anche alla qualità dell'istruzione che ricevono i nostri studenti".