FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3957830
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Duello sulla scuola tra Pd e Azzolina Le 5 Regioni che vogliono aprire dopo

Duello sulla scuola tra Pd e Azzolina Le 5 Regioni che vogliono aprire dopo

aumenta il numero di regioni dove si sta ragionando se non sia più semplice e meno costoso, visti anche i ritardi nella preparazione delle scuole, rinviare l’avvio dell’anno a dopo il referendum del 20 e 21 settembre, senza dover cominciare e interrompere nel giro di una settimana

29/08/2020
Decrease text size Increase text size
Corriere della sera
Gianna Fregonara Donatella Tiraboschi

Tornano i camion militari a Nembro: ma questa volta non è un corteo di bare. Trasportano i nuovi banchi monoposto che garantiranno l’apertura in sicurezza delle scuole in quello che è stato uno dei comuni più martoriati dall’epidemia del Covid la scorsa primavera. Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha scelto tre luoghi simbolo per portare la prima tranche di banchi: 799 in tutto, tra Alzano, Codogno e Nembro. Qui sono dovuti intervenire i militari con i loro mezzi perché i tir delle ditte costruttrici non passavano per le vie strette del paese per arrivare fino alla sede dell’istituto alberghiero. La preside Louise Valerie Sage si commuove all’arrivo del convoglio: «Qui non ci siamo praticamente mai fermati, dove tanti alunni hanno pianto i loro cari ora non vediamo l’ora di ripartire».

Da lunedì ci saranno altre consegne, anche se il numero maggiore di banchi sarà pronto a scuole già aperte. In settimana a Bolzano, dove l’anno scolastico comincia il 7 settembre, Bergamo, Piacenza, Brescia, Treviso e Padova ne saranno distribuiti alcune decine di migliaia. Ma intanto aumenta il numero di regioni dove si sta ragionando se non sia più semplice e meno costoso, visti anche i ritardi nella preparazione delle scuole, rinviare l’avvio dell’anno a dopo il referendum del 20 e 21 settembre, senza dover cominciare e interrompere nel giro di una settimana. Hanno già deciso per ritardare Puglia e Calabria e Sardegna, ma ci stanno pensando anche il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio e quello della Campania Vincenzo De Luca.

Nel giorno in cui il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha firmato il decreto per l’assunzione a tempo indeterminato di 84.808 docenti, che dovranno sostituire i colleghi andati in pensione, scoppia una nuova polemica sulla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Non è l’opposizione questa volta a chiedere le dimissioni ma è il capogruppo del Pd al Senato Andrea Marcucci ad attaccarla accusandola, in un’intervista a La Stampa, di «aver dato un contributo insufficiente» alla riapertura delle scuole. Replicano polemici i senatori del M5S: «Chi tocca Azzolina attacca il governo». Il vicesegretario del Pd Andrea Orlando prova a gettare acqua sul fuoco e, senza smentire Marcucci, chiede però «la massima collaborazione tra tutti i livelli istituzionali per garantirne la riapertura». In serata, al Tg3, la ministra si difende: «La riapertura della scuola è una partita che riguarda tutto il governo, ciascuno con le proprie responsabilità. Quanto a Salvini (che l’altro ieri aveva comunque annunciato una mozione di sfiducia, ndr) la scuola dovrebbe stare fuori dalla campagna elettorale e dovrebbe coinvolgere tutti, ne va del futuro del Paese».

Ieri le Regioni e il governo hanno sottoscritto il protocollo condiviso per la gestione dei casi di Covid a scuola. Un passo avanti nella scrittura delle regole per la riapertura: «La leale collaborazione tra i livelli istituzionali ci ha permesso di fare passi in avanti importanti — ha detto dopo la firma di tutti i governatori il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia —. Applicheremo lo stesso modello e la stessa collaborazione per chiudere nei prossimi giorni anche le linee guida per la sicurezza nel trasporto pubblico locale». L’accordo potrebbe già esserci lunedì.

Nell’incontro al ministero dei Trasporti le Regioni hanno chiesto che i bus si possano riempire fino all’80 per cento della capienza, rispettando le misure di sicurezza anti-Covid, come l’uso delle mascherine, dei filtri e dei divisori. Il Cts aveva proposto di arrivare fino al 75 per cento, come deroga massima.

Intanto cresce il numero di Comuni che, contro le indicazioni del comitato tecnico scientifico, hanno deciso di procedere comunque alla misurazione della febbre fuori dagli asili e dalle scuole materne: a Roma e Bologna ieri si è aggiunta anche Milano, come ha annunciato il sindaco Beppe Sala.


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL