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Docenti di ruolo, più facile conseguire nuove abilitazioni

La ratio è di ampliare il novero delle cattedre sulle quali si può insegnare ed evitare esuberi futuri

24/01/2017
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ItaliaOggi

Antimo Di Geronimo

I docenti di ruolo potranno conseguire ulteriori abilitazioni frequentando apposite attività formative, che saranno organizzate dall'amministrazione scolastica, l'università e le istituzioni di alta formazione accademica e musicale (Afam). Lo prevede l'articolo 4, comma 3, dello schema di decreto legislativo 377, varato dal governo il 29 gennaio e attualmente al vaglio del parlamento per i pareri di rito. La scelta della locuzione «attività formative» in luogo di «corsi di specializzazione» e, soprattutto, la previsione di una necessaria collaborazione tra, «scuola, università e istituzioni dell'alta formazione artistica e musicale» inducono a ritenere che il conseguimento di altre abilitazioni dovrebbe risultare più agevole per i docenti già in ruolo.

La ratio del provvedimento, peraltro, non è quella di consentire ai docenti di acquisire altre frecce al proprio arco in vista della possibilità di ottenere una sistemazione migliore. Lo schema di decreto, infatti, non prevede il riconoscimento di ulteriori punteggi da far valere ai fini delle procedure di mobilità. La ratio, invece, è quella di consentire ai docenti «di integrare la loro preparazione al fine di poter svolgere insegnamenti anche in classi disciplinari affini o di modificare la propria classe di concorso di titolarità, sulla base delle norme e dei limiti previsti per la mobilità professionale». Oltre tutto, la nuova disciplina sul reclutamento non consente ai docenti di acquisire più abilitazioni in caso di superamento di più concorsi, dovendo optare in via preventiva per l'accesso a un solo percorso. E in ogni caso, il superamento del concorso non costituisce titolo abilitante, come invece avveniva in passato. E siccome l'unico modo per consentire il riassorbimento degli esuberi è quello della mobilità professionale, il legislatore è dovuto correre ai ripari prevedendo un apposito percorso formativo diretto a tale scopo. È solo tramite il conseguimento di ulteriori abilitazioni, infatti, che i docenti possono trovare nuova collocazione stabile.

La ricollocazione in altra classe di concorso da una parte consente all'erario di evitare di provvedere alla retribuzione di un docente di ruolo che, in quanto in esubero, di solito, viene utilizzato per un orario inferiore all'orario di cattedra. E dall'altra parte consente di evitare di indire concorsi per la cattedra sulla quale il docente di ruolo venga ricollocato in modo strutturale e definitivo. L'attuale disciplina sulla ricollocazione degli esuberi prevede in primo luogo la ricollocazione anche d'ufficio su cattedra o posto per il quale il docente interessato possieda l'abilitazione. E in assenza di tali titoli, la ricollocazione, provvisoria e per un anno, su cattedra di altra classe di concorso per la quale il docente in esubero possieda il titoli di studio di accesso.

Si pensi, per esempio al docente di musica, in esubero sulla classe A032, che venga ricollocato sulla classe A077 (strumento musicale) sulla base del diploma di strumento in suo possesso. E se nemmeno in questo caso il docente può essere ricollocato, l'utilizzazione su di uno spezzone. Infine, qualora nemmeno tale ultima ipotesi dovesse risultare percorribile, la legge prevede che il docente venga messo a disposizione per le supplenze. Ne consegue che l'ipotesi più conveniente per l'erario sia proprio quella della ricollocazione su altra classe di concorso che però per essere definitiva necessita del titolo di abilitazione da parte del prof. Obiettivo che il governo intende perseguire in modo strutturale tramite l'istituzione di attività formative finalizzate stabilmente a consentire ai docenti interessati di ampliare il novero delle proprie abilitazioni.

Oltre allo strumento formativo, il governo ha previsto anche la costante rivisitazione delle classi di concorso, in modo tale da ampliare alla fonte la spendibilità delle attuali abilitazioni e di quelle che saranno istituite successivamente. La rivisitazione sarà effettuata anche tramite l'utilizzo del cosiddetto ambito disciplinare. Vale a dire tramite l'introduzione della validità della stessa abilitazione per più classi di concorso. Resta da vedere se l'intenzione del governo sia quella di dare immediata attuazione alle nuove disposizioni oppure se intenda aspettare l'entrata in vigore del nuovo sistema di reclutamento, che lo schema di decreto fissa all'anno scolastico 2020/2021.