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Diritto allo studio, è emergenza: due universitari su 10 restano senza borsa

Con il nuovo Isee, 21% di esclusi a Milano, Roma, Torino. In Italia, aiuti a meno del 10% degli studenti. La richiesta: «Il governo investa almeno 200 milioni nell’Università»

06/11/2015
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Corriere della sera

Antonella De Gregorio

Le graduatorie, pur ancora provvisorie, non lasciano spazio ai dubbi: i numeri degli esclusi dalle borse di studio confermano le previsioni più nere. Gli studenti definiscono la situazione «drammatica»: a Torino borse di studio tagliate del 21%, «grazie» al nuovo modello di calcolo dell’Isee: si passa dai 8.846 studenti idonei dell’anno scorso ai 6.988 di quest’anno; meno 22% in Abruzzo; 27% esclusi in Calabria e nelle Marche; in Puglia il calo è quasi del 30%; a Roma 955 esclusi tra le matricole e 504 tra gli studenti degli anni successivi, per un totale di 1.459 universitari. Oltre mille studenti a Cagliari fuori dalle graduatorie per borse di studio e alloggi: ragazzi che si trovano davanti al bivio se andare avanti comunque con gli studi, oppure mollare perché i soldi non bastano. Anche a Milano se lo stanno domandando in 1.100: nel capoluogo lombardo - tra Università Statale, Bicocca e Politecnico - sono 20,98% gli idonei in meno, passati da 5.291 a 4.181 . «E qui il dato è ancora più preoccupante - sostiene Link-coordinamento universitario - perché arriva dopo anni di aumento del numero di borsisti ed è quindi una battuta d’arresto per un trend positivo che si era instaurato negli atenei milanesi in questi ultimi anni».

Meno studenti

Gli studenti non ci stanno e da un mese alzano la voce e manifestano in piazza per chiedere più fondi per il diritto allo studio. Mentre i dati Eurostudent confermano che in Italia i beneficiari di borsa sono sotto il 10%: meno della metà della media europea. La rete europea Eurydice certifica che il nostro Paese è al terzo posto nel vecchio Continente per importi medi delle tasse. Mentre le immatricolazioni calano: -4% nell’ultimo anno.

Esclusi

Contro il nuovo Isee, lo strumento che misura la ricchezza delle famiglie per formare le liste di accesso ai servizi sociali, i movimenti universitari hanno presentato degli emendamenti in Legge di Stabilità per chiedere un investimento pari ad almeno 200 milioni. Secondo i calcoli dell’Unione degli universitari, quest’anno almeno 30mila ragazzi saranno esclusi dal welfare scolastico, «pur non avendo cambiato fascia di reddito rispetto all’anno scorso»

Manifestazioni

Intanto oggi sono tornati a manifestare davanti ai palazzi delle Regioni e nelle università di molte città italiane. «Vogliamo essere liberi di studiare», si legge sui loro striscioni. E fino al 17 novembre - Giornata internazionale dello studente promossa per rivendicare «il diritto di tutti ad avere accesso all’istruzione e alla libertà di movimento tra i paese europei» - annunciano mobilitazioni. E chiedono «l’immediata convocazione - dice Alberto Campailla, portavoce di Link - della IX Commissione della Conferenza Stato-Regioni e una rapida ripresa dei lavori del tavolo promosso dal Miur per risolvere definitivamente l’emergenza Isee». Per Jacopo Dionisio, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari, «l’emergenza legata al nuovo Isee è l’ultima dimostrazione di come il nostro Paese non presti attenzione alle condizioni sociali ed economiche degli studenti. E in concomitanza con il lancio della campagna «+ Uguale», promossa da Udu e Rete Studenti Medi, decine i flash mob e le azioni per ribadire l’importanza dell’istruzione come strumento di contrasto alle «crescenti disuguaglianze» del nostro Paese.


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