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didaweb-Neobarbiana-di A.Limonciello

Neobarbiana di Antonio Limonciello Riservato all'autore: [ Modifica ] [ Cancella ] inviato il 28/05/2002 15:30 ...

29/05/2002
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Didaweb

Neobarbiana
di Antonio Limonciello Riservato all'autore: [ Modifica ] [ Cancella ]
inviato il 28/05/2002 15:30


Alcuni di voi sanno che volevo chiamare "Neobarbiana" un movimento per la
scuola in rete. Era il 1997, scrissi una bozza di manifesto e lo distribuii
ad alcuni indirizzi che pensavo potessero diventare promotori
dell'iniziativa, erano singole persone e siti che animavano la scuola in
rete in quel periodo.
Perche' quel nome e perche' la rete?
Perche' Barbiana rappresentava dei valori e una pratica che potevano e
dovevano essere riproposti anche in rete.
La rete da utilizzare come strumento che contribuisce a soddisfare il
diritto
all'informazione, alla formazione permanente, all'espressione e alla
cultura di tutti i cittadini. Quindi diritto di accesso gratuito a tutte le
fonti,
a tutti gli strumenti, diritto a divulgare il proprio pensiero, la propria
creativita' senza limiti economici, di spazio e di tempo.

Proponevo allora di unire tutti i soggetti che condividevano questi
principi,
costruire una rete di servizi che si integravano anziche' farsi concorrenza,
che si alleavano anziche' sottrarsi spazi virtuali come territorio di
colonizzare. Il movimento si sarebbe battuto per allargare i diritti della
persona,
realizzare una rete spazio aperto, favorire la diffusione degli strumenti
atti a rendere l'accesso sul territorio possibile a tutti.
Successivamente, come diretta conseguenza di queste idee e del rifiuto degli
altri soggetti ad unirsi in questo progettato movimento,
nacque la comunita' del Didaweb intesa come insieme delle liste. Non fu una
rinuncia, ma solo un approccio diverso, infatti la comunita' doveva essere
solo il motore per realizzare servizi scolastici integrati fino a diventare
una scuola che avesse le stesse finalita' di Barbiana, anche se agiva con
strumenti diversi per affrontare emarginazioni diverse.

Ora a 5 anni di distanza forse si puo' aprire una riflessione sul perche'
questo non e' avvenuto, perche' il Didaweb e' diventato una
realta' della scuola in rete ma non e' stato capace di realizzare
un'integrazione di servizi erogati da soggetti diversi.
Perche' ognuno ha preferito coltivare il proprio piccolo orticello, o ancora
collocarsi sotto la protezione di un potente provider , oppure di un grande
editore?

Perche' uno strumento tecnologico resta solo uno strumento tecnologico, e
sono gli uomini che lo usano che assegnano la vera funzione ad esso, e' la
prima cosa che mi viene in mente.
Si potrebbe obiettare, poi, che su internet ci arrivano ceti
privilegiati non certo gli esclusi, ceti che non hanno bisogno di una
vera solidarieta', persone che credono molto in se, insomma persone che
possono pure credere nel principio della pari opportunita', che sono anche
solidali, ma come convinzione ideologica non certo per bisogno reale. Qui
spesso l'unico bisogno reale e' quello di rappresentarsi, la rete e' luogo
di narcisi, a volte anche frustrati.
La rete, infine, e' stata vissuta da molti come le praterie del west da
conquistare, miniere d'oro da scoprire e sfruttare, insomma era molto
difficile convincere i pionieri ad unirsi.
Oggi le cose sono diverse, la colonizzazione e' avvenuta, gli allora
paventati processi di concentrazione e di controllo delle risorse sono
ampiamente in atto, molti pionieri si sono arresi, altri sono abbacchiati,
altri ancora si sono ritagliati un posticino nelle istituzioni pubbliche
oppure utilizzano le competenze
accumulate per fornire prestazioni professionali ad istituzioni private in
cambio di compensi economici, insomma molti si sono resi conto a proprie
spese che alla tavola del banchetto c'e' posto per pochi, agli altri
briciole e delusioni.
Ecco, forse oggi, proprio perche' le illusioni sono cadute, i
tempi potrebbero essere maturi per utilizzare tante presenze/risorse in rete
per
realizzare le idee di Neobarbiana.

Qualcosa di diverso, pur se minoritario, avveniva anche durante la "corsa
all'oro", nel Didaweb per esempio.
Qui, tra tante discussioni in buona fede, tra la stanchezza delle
ripetizioni di schemi e ruoli sclerotizzati emergeranno persone che si
daranno da fare per produrre servizi per gli altri, che non chiederanno
nulla per se, che si appassioneranno nel realizzare, persone che si
misurano fino in fondo sulle idee in cui credono.
Il Didaweb, a me che lo coordino, da un po' di tempo appare come un luogo
sospeso.
E' sospeso perche' affaticato, contraddittorio, i protagonisti a volte si
esauriscono nelle discussioni, l'utopia, che pure in tanti interventi e'
presente non si trasforma in forza che anima le rivoluzioni vere, cioe'
quelle che plasmano,
realizzano piccoli fatti significativi che messi assieme cambiano il mondo.
Noi non cambieremo il modo, possiamo pero' realizzare piccoli fatti
significativi.
Perche' limitarsi solo a discutere della scuola che e' o di quella che deve
essere, perche' non realizzare la nostra scuola? Perche' qui ed ora , in
rete, nel didaweb, non creare gli strumenti che desideriamo?
Ci serve un movimento?
Creiamolo.
Il tentativo dei fazzoletti bianchi ha dimostrato che si puo'.
Vogliamo realizzare una scuola virtuale? Solo semplici corsi di Formazione
On Line (FOL)?
Facciamoli.
A settembre avremo una piattaforma nostra da utilizzare, dimostriamo che
scuola sappiamo realizzare.
Perche' non liberarci dei condizionamenti che ci siamo assegnati, tipo il
valore delle cose misurato attraverso il valore economico, perche' non
liberarci delle paure e fare?
Perche' non esporci davvero, non le semplici parole del discutere, neppure
l'enunciazione di idee, ma la loro realizzazione.
Noi possiamo, possiamo molto.
Il didaweb e' prova che si puo', ma come dicevo e' anche manifestazione dei
nostri limiti, delle nostre incertezze, dei richiami forti e condizionanti
che provenienti da fuori trovano terreno fertile nelle nostre pulsioni di
essere. Questi richiami pero' sono solo convinzioni e come tali esse si
possono creare e discreare, si puo' essere individui ed essere comunita',
non c'e' contraddizione.
Unico cemento i valori comuni e il progetto condiviso, progetto che si fonda
sulla libera creativita' dei singoli.
Quindi prevedere spazio e tempo per tutte le sperimentazioni possibili,
saranno i risultati a indicarci il buono che si puo' trarre.
Nel passato autunno aprimmo una discussione sul progetto condiviso del
Didaweb, dicemmo che dovevamo ogni tanto verificare la condivisione, fu
proposta anche un'indagine tra gli iscritti per raccogliere necessita',
proposte, disponibilita'.
Si disse anche di arrivare a un appuntamento annuale in presenza, un momento
di affermazione dell'essere comunita' ma anche di riflessione e di scelte.
E' ora di lavorare per la realizzazione di queste idee.

Ultima considerazione: come si fa con le risorse che servono?
Si puo' optare per un sistema misto che non chiude le porte a risorse che
possono venire dalla pubblicita' o dalle sponsorizzazioni, ma che sa
camminare con le proprie forze (non frermino i puristi).
Lanciamo un'iscrizione di massa, una quota annuale che assicura alla
comunita' gli strumenti, la tecnologia necessaria alla realizzazione di
tutto quanto si ritiene opportuno.
Tutto questo si puo', io lo so, l'ho vissuto, ho chiesto cento e cento
vote alla fine 1 ha risposto. A volte non ho chiesto e si sono proposti da
soli.
Voglio dire che se uno di voi vuole realizzare ci puo' provare, con
semplicita', con tenacita'.
Avete bisogno di aiuto per realizzare qualcosa di utile?
Chiedetelo, vi diranno di no? Chiedete a un altro e un altro ancora,
camminate tra i no e troverete i si che vi servono.
Amate la scuola? Avete idee? fatevi sotto, realizzatele qui, nel Didaweb.


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