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Didattica a distanza, cyberbulli all’attacco: «Invadiamo le lezioni»

Viaggio nelle chat dedicate, su Telegram: in centinaia si scambiano link d’invito alle classi virtuali per mandare a monte le lezioni: «Siamo supereroi, salviamo gli studenti». L’invito a genitori e prof: «Controllate i vostri figli. Così la scuola non va avanti»

07/04/2020
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Corriere della sera

Antonella De Gregorio

Lunedì mattina, videolezione di storia, il prof fa l’appello, un rituale ormai consueto, anche a distanza. Ha qualche esitazione, controlla i nomi più attento del solito. Sta pensando alla chat della sera prima, a quel messaggio rilanciato da un gruppo di insegnanti, rivolto «+++ai genitori e ai colleghi+++»: contrassegnato da quelle crocette che segnalano l’urgenza. «Su Telegram girano gruppi in cui i ragazzi si scambiano i link alle videolezioni degli altri e i membri poi entrano e disturbano le lezioni in corso», si legge. E c’è chi rincara: «Tutti possono accedere e fare scherzi di pessimo gusto nelle classi di altri». Chi invita i genitori «a controllare che i propri figli non abbiano aderito a gruppi come “invadiamo le videolezioni” o simili». «E’ come se gli alunni si passassero le chiavi della scuola fra loro» commenta, scoraggiato, il prof.

Le incursioni

Si fa lezione anche così, tra l’incomodo della distanza e l’ansia, tutta nuova, delle «incursioni»: atti di bullismo, riti da branco, scherzi ammazza noia. Diventati una specie di fenomeno social. E’ successo, succede sempre più spesso: nella media romana, dove durante la lezioni d’inglese i ragazzini hanno visto comparire sullo schermo immagini pornografiche; nelle scuole milanesi, dove anonimi entrati nella piattaforma hanno scorrazzato tra insulti e bestemmie, registrando le facce attonite di prof e alunni per poi condividere su Whatsapp. Il gioco è semplice: qualche alunno da dentro fornisce le credenziali, i bulli entrano, gettano scompiglio e poi condividono in chat l’orgoglio per il «colpo» ruscito. E le scuole, che hanno dovuto improvvisare in corsa nuovi modi di insegnare, si trovano ora anche a fare da presidio per arginare i bulli virtuali. Altri stop, in questa didattica che procede a singhiozzo. Si resettano le password, si riprogrammano gli incontri andati a pallino.

Lezioni interrotte

Qualcosa che va ben oltre lo scherzo innocente: iniziano a essere troppe le lezioni interrotte. Per rendersi conto del fenomeno, basta fare un giro su Telegram e su altri strumenti di condivisione dove si trovano i gruppi più in voga. Quello di «Invadiamo le videolezioni» si descrive come un «Gruppo di raid a video lezioni e alla didattica online. Inviaci il link, noi entreremo. Motto: distruggere». Nel primo pomeriggio di lunedì, dei 1.618 membri del gruppo, online ce n’erano 210. Impegnati a digitare mozziconi di frasi, a chiedere numeri e pin, link da «violare». Nomi in codice e nomi veri, CR4ZY_Wollo gira un link Weschool e incita: «faciamo casino da loro». Lorenzo chiede istruzioni ed ecco l’indicazione: «vai su JITSI MEET e metti un codice». Un altro si inserisce: «Dai ditemi dove devo entrare a far bordello». E un’altra voce: «Appena entro in videolezione c’ho preparato l’arsenale». C’è anche chi pensa a nascondersi: Che app devo usare per non farmi sgamare il numero»? «Siamo dei supereroi per gli studenti che salviamo da verifiche e videolezioni», commenta un altro, forse per cancellare un’ombra di rimorso. Ma i più mostrano i muscoli e il turpiloquio.

Reato

Rischiano? Sì, certo. Chi accede abusivamente a un sistema protetto per arrecare un danno o procurare un profitto commette un reato informatico. Poi c’è la questione del trattamento illecito di dati personali: chi si intromette in una conferenza o in una chat va a trattare dati per i quali non ha l’autorizzazione. Gli incauti cyberbulli, insomma, se rintracciati dalla Polizia Postale potranno essere perseguiti penalmente. E anche mamma e papà rischiano di dover pagare i danni delle bravate dei figli. Quanto alle sanzioni disciplinari, per gli alunni coinvolti si va dalla sospensione fino al 5 in condotta, che nel secondo quadrimestre equivale alla bocciatura. Intanto, però, iniziano a essere davvero tante le lezioni interrotte