FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3948501
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Dalle materne all’università le mille disuguaglianze della nostra istruzione

Dalle materne all’università le mille disuguaglianze della nostra istruzione

Resta il divario Nord-Sud, ma è il confronto con l’Europa che ci vede ancora in grande svantaggio

12/09/2018
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

Salvo Intravaia

E' uno sguardo desolato quello dell’Ocse sul sistema di istruzione italiano. Una fotografia che evidenzia le mille disuguaglianze di un paese immobile e un gap con le altre nazioni che sembra incolmabile. Insegnanti anziani e malpagati, risorse striminzite e opportunità che variano troppo con l’estrazione socio- culturale. Ecco il quadro delineato dagli esperti dell’Ocse che ieri hanno presentato " Education at a glance 2018": il dossier sullo stato di salute dei sistemi di istruzione e formazione di una quarantina di paesi di mezzo mondo.

In Italia, le disuguaglianze iniziano dalla prima infanzia. Solo il 24% dei piccoli sotto i 3 anni frequenta l’asilo nido, contro una media Ocse del 35%. Ma se uno dei due genitori è laureato le probabilità raddoppiano: il 32%, contro il 16% dei piccoli provenienti da famiglie svantaggiate. Anche i risultati dei test Invalsi o Ocse- Pisa, così come l’accesso all’università, dipendono dal livello d’istruzione dei genitori. Con almeno uno dei due laureato è tutto più semplice. Stesso discorso per l’università. In Italia solo il 9% dei 25-64enni con un genitore senza un titolo di scuola superiore è approdato in un ateneo contro una media internazionale del 21%.

Ma non è solo divario tra nord e sud. Il report accende la luce sulla "sfortunata" generazione dei trentenni nostrani, meno istruiti e con meno chance dei coetanei stranieri. I 25- 34enni laureati in Italia sono 27 su cento, contro la media Ocse del 45% e il loro tasso di occupazione è tra i più bassi in assoluto: appena il 66%. Anche tra gli adulti la laurea vale meno che all’estero: la differenza in termini di guadagno tra diplomati e laureati è del 38% contro il 55% cento della media Ocse. E ancora: spesa per alunno nettamente inferiore alle medie internazionali, docenti con stipendi più bassi anche del 25 per cento, studenti universitari tartassati ( oltre 1600 euro di tasse a testa) e pochissimi incentivi: in Finlandia le tasse universitarie non esistono e il 55% riceve borse di studio o sussidi. In Italia, arriviamo a meno della metà: il 25 per cento.