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DAL DOPOCONTRATTO ALLA PRERIFORMA Da destra si sbracciano come matti per mettere in evidenza l'enorme importanza dei prossimi sei mesi (il semestre europeo!) e pure da sinistra non si sminuisc...

02/07/2003
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DAL DOPOCONTRATTO ALLA PRERIFORMA

Da destra si sbracciano come matti per mettere in evidenza l'enorme importanza dei prossimi sei mesi (il semestre europeo!) e pure da sinistra non si sminuisce.

Ho paura che anche per la scuola di tratti di un semestre se non decisivo, però di grande rilievo.

Siglato un contratto che ignora completamente la Riforma e vi mette anzi qualche ostacolo, si sta tutti in trepidante attesa del famoso primo decreto attuativo che avrebbe dovuto cambiare la scuola materna e le prime due classi della scuola elementare fin da settembre. Essendo però ormai pacifico che per il momento non se ne fa nulla (complici i dissidi nella maggioranza e da ultime anche le priorità bossiane), resta un tavolo; un tavolo su cui potrebbe giocarsi una partita terribile, un tavolo da cui può dipendere il futuro nostro e della scuola italiana : il tavolo sindacati-governo che dovrebbe delineare la carriera dei docenti e verificare la ricaduta della Riforma sulla materia contrattuale.

(In effetti i tavoli sono più di uno, ma la sostanza e i protagonisti non cambiano).

Questi sono i possibili scenari che si affacciano agli occhi di un semplice insegnante come me.

PRIMO SCENARIO

Il tavolo delinea una qualche carriera che, non potendo basarsi né su concorsoni (già bocciati), né sui risultati degli alunni (insostenibile!), individuerà la carriera sotto forma di ruoli esercitati, i quali daranno diritto in qualche modo a una specie di punteggio, che a sua volta darà diritto ad aumenti salariali.

Il primo di questi ruoli (appare ovvio) è rappresentato dalla nuova figura del tutor, vero pilone di sostegno della controriforma morattiana.

E' probabile che il governo metta sul tavolo un riconoscimento salariale, tentando la vecchia carta della monetizzazione, un tempo del rischio, ora del consenso. Non è difficile prevedere che in questo caso il ruolo sindacale sviluppi un gioco al rialzo da cui uscirebbero firmatari e soddisfatti (almeno in pubblico) CISL e UIL, mentre la CGIL potrebbe sia astenersi e magari rinviare la firma al consenso della categoria, oppure denunciare l'esiguità della cifra e ritirarsi dal tavolo, che sarebbe poi un modo per evitare di accettare la Riforma.

A quel punto la scuola italiana sarebbe fregata!

Col sostegno di CISL e UIL la Riforma comincerebbe ad entrare nelle scuole e ad adescare tutor con una mancia iniziale, ma con la prospettiva di una carriera e quindi di molti soldi in seguito. Sulla barricata resterebbero a strillare la CGIL e i Sindacati di Base, più per testimonianza che per realismo.

SECONDO SCENARIO

Sul tavolo ciascuno comincia a scoprire le proprie carte : da un lato il governo che è disposto a dare i pochi soldi di cui dispone solo a pochi; dall'altro i sindacati che cominciano a mettere in campo richieste vecchie di anni, come i riconoscimenti già anticipati da Bonezzi.

Non è difficile prevedere che dopo lunghe discussioni non se ne farà nulla, sia perché la materia contiene troppe variabili da tenere sotto controllo, sia perché il tutto non gira a favore della Riforma e quindi del governo.

I sei mesi si concluderebbero con un nulla di fatto e la convinzione per il governo di procedere a termini di legge e non di contrattazione.

TERZO SCENARIO

Sul tavolo il sindacato pone delle pregiudiziali, delle condizioni o chiamatele come volete : si può cominciare a parlare di carriera solo se la Riforma non cade sulla testa della scuola senza condivisione. Il che tradotto significa che l'applicazione della Riforma, così come la Formazione sulla Riforma, deve passare attraverso l'approvazione del Collegio Docenti di ogni istituto, il quale, sia in regime transitorio (di sperimentazione), sia in regime di decreto attuativo approvato, è libero di applicare la Riforma nell'ambito dell'Autonomia scolastica, attuandone forme e modalità non vincolate ai dettami della legge.

L'unica mediazione possibile a questo tavolo può essere la contrattazione dei tempi di questa clausola, che possono andare da un minimo di due anni a un massimo di 5/6 (un congruo tempo per sperimentare una Riforma che non piace e anche per cambiare tutti gli scenari con un nuovo governo).

Credo si capisca che io sono per il terzo scenario e che ritengo perdenti (per la CGIL e per tutti noi) gli altri due

Ma dalle poche notizie che trapelano, non mi pare che si parli di questo, a quei tavoli, e allora entro in agitazione, il tavolo mi spaventa, soprattutto durante l'estate, soprattutto nel silenzio generale, soprattutto nel semestre europeo.

C'è qualcuno che vuole rassicurarmi?

29/6/2003

Vittorio Delmoro


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