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Crocefisso in aula, Fioramonti: «Meglio una cartina del mondo»

«Penso ad una scuola laica e che dia spazio a tutti i modi di pensare», ha detto il ministro dell’Istruzione in diretta radio

01/10/2019
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

Crocefisso sì, crocefisso no. La polemica in Italia periodicamente torna: in una società in maggioranza cristiana cattolica, ma sempre più contaminata dalle altre religioni, non è pacifico appendere il simbolo della Croce di Gesù sulla cattedra. Il neo ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ha però trovato la soluzione che potrebbe accontentare tutti, all’insegna della laicità e dell’educazione: «Meglio appendere alla parete una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione», ha detto intervistato a «Un giorno da pecora», la trasmissione radiofonica di Rai Radio 1.

La foto di Mattarella? Neanche lui la vorrebbe

Il ministro ammette che «è un’altra di quelle questioni divisive che potrebbe attendere», ma lui pensa «ovviamente ad una visione della scuola laica e che dia spazio a tutti i modi di pensare». La questione del crocifisso in classe «è molto sentita in Italia. Ritengo - ha aggiunto Fioramonti - che le scuole non debbano rappresentare una sola cultura ma permettere a tutte di esprimersi». In passato qualcuno aveva ipotizzato la possibilità di integrare il crocefisso con altri simboli, musulmani o ebraici, in base alla presenza di bambini di altre religioni in classe. Fioramonti invece eviterebbe «un’accozzaglia di simboli, altrimenti diventa un mercato». E la foto di Mattarella? «Non penso che andrebbe bene - ha concluso - la foto del presidente della Repubblica, credo che nemmeno lui la vorrebbe».

Gelmini: «Non è un elemento di arredo»

«Il crocifisso non è un elemento di arredo, ma la testimonianza delle radici del nostro Paese. La sua presenza sulle pareti delle aule scolastiche, contrariamente a quel che pensa il ministro Fioramonti, non impedisce di esprimersi agli studenti di altre culture e religioni, ma sta lì a ricordare che la laicità che il ministro liberamente rivendica è conseguenza diretta proprio delle radici cristiane dell’Italia e dell’Europa», obietta Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia. «Ricordiamo al Ministro che, pur rispettando tutte le religioni, qui siamo in Italia ed è giusto che nelle aule ci sia il Crocifisso» per Paola Frassinetti, deputato di Fdi e vicepresidente della Commissione Cultura della Camera.

La sentenza Ue

L’Italia è stata assolta otto anni fa dalla Corte europea per i diritti dell’uomo dall’accusa di violazione dei diritti umani per l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche: secondo i giudici non esistono elementi che provino l’influenza sugli alunni dell’esposizione del crocifisso in classe.

Bussetti lo aveva messo al Miur

Il ministro leghista Marco Bussetti, che ha preceduto Fioramonti, aveva invece sposato l’idea della Lega di renderlo obbligatorio nelle aule scolastiche: «Io credo che sia il simbolo del nostro cristianesimo e della nostra religione cattolica». Nel suo ufficio al Miur, ha specificato, «io ce l’ho: l’ho voluto appena entrato».


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