FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3948920
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » "Così si abbassa la qualità della formazione"

"Così si abbassa la qualità della formazione"

Intervista-Perchè no

17/10/2018
Decrease text size Increase text size
la Repubblica

ILARIA VENTURI

E' sorpreso Gaetano Manfredi, rettore dell’università Federico II di Napoli. La Conferenza dei rettori (Crui), di cui è presidente, è stata presa in contropiede dal decreto del governo. «Mi sono sentito col ministro Marco Bussetti, parteciperemo a un tavolo di confronto, la nostra posizione nei confronti dell’abolizione del numero chiuso a Medicina è chiara da tempo: siamo contrari».

Per quale motivo?

«Semplicemente perché abolire il numero chiuso non è possibile».

In che senso?

«Dal punto di vista organizzativo l’offerta didattica deve essere proporzionata alla capacità di accogliere gli studenti. In Italia abbiamo una domanda per Medicina abnorme: quasi 70mila ragazzi provano il test, è un quarto di chi si iscrive all’università in tutte le altre Facoltà. Un numero che non è governabile. Tra l’altro la formazione medica deve rispondere a standard europei, a partire dal numero di docenti, aule e laboratori».

Quali strade alternative proponete?

«Il vero collo di bottiglia è dopo la laurea in Medicina: il numero di borse di studio per le specializzazioni è significativamente inferiore al numero di laureati. Qui occorre dare risorse per allargare gli ingressi. Poi si può anche ragionare sull’aumento del numero di matricole per il corso di laurea: attualmente i posti sono quasi 10mila, si può arrivare a 15mila».

Insomma, lei un tetto lo lascerebbe.

«Toglierlo non sarebbe un buon servizio prima di tutto agli studenti. Il problema è mantenere la qualità della formazione. Ora in Italia abbiamo gli standard più elevati rispetto al resto del mondo, questo spiega il successo dei nostri laureati all’estero. È nell’interesse di tutti avere medici bravi che ci curano o no? Invito a riflettere su questo».

Ritiene percorribile il modello francese che posticipa la selezione alla fine del primo anno?

«Il problema della modalità di accesso si può discutere. Il test attuale ha il vantaggio che è trasparente, anche se non riesce a valutare completamente la qualità e le attitudini di un candidato. Ma posticipare la selezione rischia di far perdere un anno ai ragazzi, anche in Francia stanno ripensando il loro modello. Qualsiasi soluzione non deve penalizzare gli studenti».


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL