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«Così possiamo organizzare la didattica a distanza per prevenire gli stop totali»

l governatore del Veneto: la mia proposta non è lesa maestà Per gli allievi più grandi alternanza tra presenza e lezioni a casa

14/10/2020
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Corriere della sera
Martina Zambon

La proposta del governatore del Veneto Luca Zaia sulla didattica a distanza alle superiori per alleggerire i mezzi di trasporto sovraffollati ha creato un mezzo pandemonio.

Presidente Zaia, che è successo?

«Se è vero lo scenario che prefigura il governo, anche se in via prudenziale, non possiamo non pensare di mettere in sicurezza anche il mondo della scuola. Quindi io, con il massimo rispetto e in punta di piedi, ho posto la questione. Tanto che ne ho parlato nella sede più corretta, con i colleghi governatori la cui reazione è stata assolutamente positiva».

Da dove nasce l’idea?

«Con la chiusura delle scuole sono andate in tilt le famiglie che hanno figli minori. Allora perché non valutare in via preventiva un eventuale piano per fare formazione a distanza alternata a lezioni in presenza con i ragazzi più grandi, dai 16 anni in su? Parliamone ora perché serve il tempo di mettere a punto anche tutta la parte tecnologica: si chiama programmare e ottimizzare. Ricordo che le linee guida sulla scuola elaborate a luglio dal Veneto, in seguito mutuate da tutte le Regioni italiane, prevedono già anche la didattica mista in presenza e a distanza. Quindi non c’è nessun reato di lesa maestà».

Parla della reazione del ministro Azzolina?

«Alla ministra dico che l’apertura delle scuole è un must per tutti noi, lo dice uno che si è battuto per le riaperture. Il tema è un altro: se vai in vacanza con previsioni di sole per tutta la settimana, in valigia un ombrello ce lo metti comunque. Dopodiché la competenza è del ministro e del governo visto che, purtroppo, non ci ha concesso l’autonomia. Resterà in calce ciò che ho detto e vedremo chi aveva ragione».

Scusi ma lei non aveva parlato di «Dad» tout court e non alternata? Sta facendo un passo di lato?

«Io non ho mai parlato di Dad tout court. Facciamo chiarezza: ho proposto una Dad alternata pensata in maniera organica che è diversa da quanto succede ora nelle scuole di molte regioni, non in Veneto, che non hanno aule a sufficienza. Deve essere tarata sul tema degli assembramenti e dei trasporti, garantendo una sensata alternanza alle ultime classi delle superiori con un impatto minimo sull’esperienza scolastica. Se c’è chi si sente vittima di lesa maestà si legga bene ciò che sto dicendo. La sintesi non autorizzata ai giornali l’ha fatta qualcun altro».

Ci spieghi meglio in cosa consisterebbe...

«Nella mia idea di ottimizzazione del processo, non significa non avere più relazioni sociali a scuola, perché la scuola è anche e soprattutto quello. Ma se decidi di fare un piano serio, con il metodo giapponese Lean dell’organizzazione industriale, decidi che fai la Dad a rotazione, uno o due giorni la settimana, per le classi terze, quarte e quinte delle superiori. Questo diminuirebbe la pressione sui mezzi di trasporto ma aumenterebbe anche i metri cubi d’aria a disposizione a scuola. E poi: chi ci vieta che il cinema in città possa essere attrezzato per la formazione a distanza? Lo si fa già per le università. Ci vuole anche un po’ di creatività. La formazione tradizionale, comunque, farebbe la parte del leone».

Secondo lei quando andrebbe iniziata questa programmazione?

«Non è da fare domattina, ma non possiamo neppure permetterci d’aspettare che il problema esploda».

Quanto pesa il vincolo dei mezzi di trasporto?

«Noi l’avevamo detto che sarebbe stato un problema. Il governo, purtroppo, fa provvedimenti come per le attività produttive senza contemplare tutte le conseguenze. Ora, con il nuovo Dpcm, si bastonano le professioni che ruotano attorno all’organizzazione di un matrimonio. Dietro a una cerimonia c’è gente che lavora: il pasticciere, il wedding planner, il fiorista. Le limitazioni hanno un senso se ristori chi fa questo sacrificio a nome della comunità. Come conferenza delle Regioni abbiamo stilato una serie di osservazioni sul nuovo Dpcm che per noi è ancora a metà del guado».

Lei sottolinea di essere in «modalità Covid» cioè «niente polemiche»...

«Io faccio interventi costruttivi e collaborativi. Mi meraviglio che il tema della scuola non venga affrontato senza pensare che, così facendo, prima o poi deflagrerà».


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