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Corriere-UNA SCUOLA IN FAMIGLIA

Le proteste e il dialogo UNA SCUOLA IN FAMIGLIA Non è un dramma quell'ora che sarà persa a Milano martedì mattina, a inizio delle lezioni. Potrebbe essere la prima e l'ultima. Se si v...

07/09/2002
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Corriere della sera

Le proteste e il dialogo

UNA SCUOLA IN FAMIGLIA

Non è un dramma quell'ora che sarà persa a Milano martedì mattina, a inizio delle lezioni. Potrebbe essere la prima e l'ultima. Se si vuole guardare più in alto e non fermarsi al dito puntato sui titoli che annunciano lo sciopero per un'ora di una parte dei docenti, si può constatare che in Lombardia il cielo dell'istruzione non è così nuvoloso come un clima ansioso tenderebbe a rappresentare. Ci sono motivi concreti per affidarsi all'ottimismo della volontà e della ragione, che forse questa volta potrebbero coincidere. Non è poi così grande la distanza fra le richieste di chi nella scuola lavora e la strategia organizzativa che è stata messa in campo dal ministro. Le temute incertezze della sperimentazione a macchia di leopardo non possono trasferirsi in ogni caso all'intero bacino perché riguardano una piccola minoranza di scuole, motivate e liberamente indirizzate a provare le innovazioni. Quel che interessa alle famiglie è cominciare nella certezza e nella stabilità. È difficile negare che ci sono a questo proposito affidamenti positivi assai maggiori di quelli che c'erano negli scorsi anni. Le facce che i ragazzi si trovano davanti al primo incontro dovrebbero restare le stesse per tutti i mesi della prossima comune fatica di apprendere e di insegnare. Adesso bisogna dimostrare in maniera solidale calma e volontà di procedere avendo chiaro il prioritario interesse dell'utenza.
Le famiglie (ragazzi e genitori) sono il baricentro dell'intero sistema della pubblica istruzione, che esiste ed opera a loro servizio. Se non ci fossero i ragazzi non ci sarebbe la scuola: la tautologia, nella sminuzzata quotidianità, non sempre risulta così lampante. Senza fare patriottismi regionali sono convinto del primato di merito e di responsabilità della classe docente lombarda. I nostri figli, anche i miei figli come quelli di molti miei lettori non più giovani, stanno già sperimentando nella fase iniziale delle loro professioni il vantaggio e l'importanza di avere avuto insegnanti a Milano. Qui non c'è soltanto una radicata tradizione di serietà e di competenza. Qui con passione già venti, trent'anni fa molti docenti spesso neppure pagati in più per l'ulteriore fatica fecero sperimentazioni di tempo pieno e d'insegnamento avanzato che oggi sono pacificamente entrate nel metabolismo pedagogico nazionale.
Le famiglie hanno bisogno di zone, in quest'autunno duro per molte ragioni, di rasserenamento psicologico. La scuola può dare ad esse uno spazio di recupero. I problemi si superano anche quando sono molteplici. Non si può dimenticare però nel loro superamento che anche i docenti sono cittadini particolarmente meritevoli: essi sono a loro volta spesso anche genitori e quindi utenti e non sono mai una controparte di fronte alle famiglie dei loro alunni. La loro condizione non frustrata e non depotenziata è l'altro elemento preliminare per una normalità della scuola. Famiglie, corpo docente e ministro sono obiettivamente, nella materia del contendere, dalla stessa parte della trincea. Devono quindi trovare un punto di concordia.
di GASPARE BARBIELLINI AMIDEI


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