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Corriere-Studenti, operai, pensionati "La piazza torna di sinistra

PROTAGONISTI Studenti, operai, pensionati "La piazza torna di sinistra" "Avanti. Non fermatevi qui. Il gruppo dei sindaci è lì, più avanti". I responsabili del servizio di vigilanza dell...

24/11/2002
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Corriere della sera

PROTAGONISTI

Studenti, operai, pensionati "La piazza torna di sinistra"

"Avanti. Non fermatevi qui. Il gruppo dei sindaci è lì, più avanti". I responsabili del servizio di vigilanza della manifestazione ulivista si sbracciano per mettere un po' d'ordine. Le tante anime della protesta non hanno solo un ruolo importante, "hanno anche un posto preciso nel corteo", dicono in coro due delegati dell'organizzazione con tanto di cartellino "staff" e pettorine arancioni. Ad aprire la sfilata sono i leader della coalizione, preceduti solo dalla banda musicale di Crescenzago. Subito dietro i sindaci dei Comuni di centrosinistra. Quindi le federazioni regionali e provinciali dei singoli partiti, gli esponenti dei Girotondi, le rappresentanze sindacali della varie fabbriche, i movimenti studenteschi e giovanili. A ognuno il suo ruolo e il suo posto. "Dovrebbe essere così, ma siamo solo all'inizio della sfilata e tutti si trovano già divisi", sorride Miriam Cornara, primo cittadino di Olginate, in provincia di Lecco, invitando scherzosamente a "ritrovare l'unità". Già l'unità. La parola che più di tutte si è sentita ripetere in strada, come in piazza Duomo e sul palco. "Guai a dividerci. E' un errore che abbiamo già fatto e che stiamo pagando", spiega Giorgio Russo di Pavia, mentre sventola una bandiera dell'Ulivo. Perché "si parte dalla Finanziaria, che non va bene a nessuno - aggiunge -. E poi si passa ai singoli temi". Ognuno dei quali ha il suo slogan o il suo striscione. La scuola? "Giù le mani dal nostro futuro", urlano i ragazzi dei movimenti studenteschi. La manovra economica? "L'orologio di Tremonti non ha tutte le rotelle a posto", attaccano gli esponenti della sinistra giovanile. Il lavoro? "Avete promesso ricchezza, ci avete dato povertà", incalzano gli operai di Arese. L'articolo 18? "E' un diritto che non si tocca, lo difenderemo con la lotta", avvisano i dipendenti della Fiat Mirafiori-Rivalta. Gli enti pubblici? "Tagli ai servizi, federalismo tradito", recita un cartello tra gli amministratori. Pace e diritti? "Libertà per tutti", gridano i "disobbedienti" dei movimenti antiglobalizzazione. L'informazione e la Rai? "Svenduto il cavallo, rimasti i somari", ammoniscono gli esponenti dell'associazione Articolo 21. Il governo? "Fini, Bossi, Berlusconi, siete soltanto degli imbroglioni", dicono un po' tutti.
"Peccato. E' un vero peccato - grida a bordo corteo Mariem, originaria del Senegal, ma da dieci anni residente a Bagnolo Cremasco -. Sono di Rifondazione Comunista e mi spiace che il mio partito non sia rappresentato in questa manifestazione. Perché la storia è qui, a Milano. E qui si scrive una nuova pagina della democrazia italiana". Qualcuno la sente e la trascina tra la folla che sfila: "Unità", urla. E tutti intorno, le altre anime dell'Ulivo, applaudono.
Da. Gor.

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