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Corriere-Scuola, in arrivo la riforma dei precari

Scuola, in arrivo la riforma dei precari Quattro articoli per riequilibrare i punteggi di 300 mila insegnanti. Il testo la prossima settimana in Consiglio dei ministri ROMA - Al minister...

11/09/2003
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Corriere della sera

Scuola, in arrivo la riforma dei precari

Quattro articoli per riequilibrare i punteggi di 300 mila insegnanti. Il testo la prossima settimana in Consiglio dei ministri

ROMA - Al ministero stanno limando la bozza del disegno di legge che modifica i punteggi dei precari, ovvero dei 300 mila iscritti alle graduatorie permanenti, in perenne attesa di assunzione. L'obiettivo immediato, non facile, è di trovare un punto di equilibrio tra le attese dei precari storici e quelle dei diplomati delle Siss, le scuole di specializzazione post laurea che aprono le porte dell'insegnamento nelle secondarie, dopo una battaglia combattuta dai vari coordinamenti a colpi di sentenze di Tar e Consiglio di Stato. Il provvedimento è destinato a produrre nuovi spostamenti verso l'alto o il basso nelle nutritissime liste di reclutamento. Difficile dire se riuscirà anche a ricomporre i conflitti tra le diverse componenti dei docenti non di ruolo. Il testo, che dovrebbe andare al Consiglio dei ministri della prossima settimana, si compone di quattro articoli. E affronta anche il problema degli insegnanti di sostegno che non possiedono tutti i titoli richiesti.
Procede, intanto, la graduale riapertura delle scuole. Oggi la campanella suonerà per la prima volta in quelle della Lombardia. Con una novità: un accordo tra regione, imprenditori, università e scuola per definire le competenze dei ragazzi delle superiori in alcune delle principali materie. Questo per far sì che il lavoro dei docenti si armonizzi con le attese dell'università e le esigenze del mondo del lavoro.
L'annosa guerra dei precari, dalle sedi sindacali e dal ministero, sta per trasferirsi nelle aule parlamentari dove deputati e senatori dovranno trovare la formula magica che non faccia sentire nessun gruppo di aspiranti prof penalizzato rispetto agli altri. Alle Siss, dopo le vittoriose sentenze della magistratura, verranno mantenuti i 30 punti che costituiscono il principale incentivo della specializzazione universitaria: 24 come riconoscimento del tirocinio biennale e sei per l'abilitazione conseguita alla fine del corso. Si tratta di un vantaggio concreto perché a volte bastano due soli punti per scavalcare decine di posti in graduatoria. Per venire incontro invece alle attese dei cosiddetti precari storici, quelli cioè privi del titolo Siss che hanno accumulato punti anno dopo anno, insegnando con contratti a tempo determinato, dopo che la magistratura amministrativa ha annullato il bonus di 18 punti, il disegno di legge prevede oltre ai sei punti per l'abilitazione, uguali per tutti, una serie di interventi tendenti a ridurre le distanze con gli specializzati. In genere si tratta di una rivalutazione del servizio reso, dell'anzianità, rispetto ad altri titoli. Dovrebbe cambiare, ad esempio, il peso del voto di abilitazione. Oggi oscilla tra i 12 e i 36 punti. La bozza prevede da 4 a 12 punti. I diplomati delle Siss, che in genere ottengono il massimo, vedono così in parte ridimensionato il loro punteggio. Altra novità: i giovani "sissini" - ma in realtà un buon 50 per cento è composto da precari storici che hanno scelto di ritornare all'università - potranno far valere i loro 30 punti in una sola classe di concorso. La bozza prevede alcuni interventi tecnici di un certo rilievo. Tra questi la possibilità di abbassare anche il peso dei titoli culturali, oggi fissato a 30 punti. Uno degli aspetti più "delicati" riguarda i passaggi di ruolo. Circa 100 mila docenti, regolarmente assunti, mantengono un piede nelle graduatorie permanenti per garantirsi il passaggio a una nuova e più ambita cattedra. Per questi passaggi interni, in genere dalle elementari e medie alle superiori - una vera e propria forma di carriera - sono disponibili il 60 per cento dei posti liberi. Questa percentuale potrebbe subire un ragionevole ridimensionamento. Si discute anche della possibilità di aggiornare le graduatorie permanenti ogni due anni invece di ogni anno come accade oggi. Un modello organizzativo meno esposto all'emergenza.
Le università, è un'altra novità prevista dal disegno di legge, formeranno gli insegnanti di sostegno, circa 25 mila, ai quali mancano i titoli richiesti con corsi rigorosi e selettivi. La condizione di accesso è di 360 giorni di servizio sul sostegno. Gli atenei forniranno le abilitazioni-idoneità oppure la specializzazione.


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