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Corriere-Scuola, festival delle recite di fine anno

Ansie e dubbi dei genitori davanti a un'ondata di "Saranno famosi" Scuola, festival delle recite di fine anno Finisce la scuola. E noi genitori diventiamo improvvisamente un pubblico, un...

05/06/2002
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Corriere della sera

Ansie e dubbi dei genitori davanti a un'ondata di "Saranno famosi"

Scuola, festival delle recite di fine anno

Finisce la scuola. E noi genitori diventiamo improvvisamente un pubblico, una platea da stupire, ammaliare, conquistare, proprio come fossimo alla tv. I nostri ragazzini si sono preparati con serietà alla colossale esibizione nazionale che si tiene proprio in questi giorni in tutti gli istituti, di ogni ordine e grado. E intanto ci chiedono di comprare la maglietta luccicante, il Cd e le cartoline di Saranno Famosi , lo show che li fa letteralmente impazzire e sognare. Domanda: chi si rifiuta di assecondare queste ambizioni minime eppure così diffuse, è crudele o saggio? Vietare sembra impossibile, ma è diventato anche difficile ricondurre al gioco l'esibizione delle piccole veline e dei piccoli Bonolis.
Il cartellone di fine anno è fitto, per noi grandi ben oltre il limite dello stress. C'è chi prende le ferie, chi il valium per recuperare la rissa con il marito, presente o ex, che puntualmente arriva tardi all'Evento e magari ha perfino la telecamera digitale scarica. Ore 10, saggio di danze popolari. Ore 15, concerto di violino. Ore 17, recita di fine anno. E domani si ricomincia: brevetto di nuoto, ginnastica artistica, poi gli scout, i progetti per l'estate...l'iscrizione al centro estivo comunale, con gare finali, medagliette-ricordo, e ancora saggi, recite, brevetti. In agosto, al villaggio-vacanze, animazione 24 ore su 24 e ancora palcoscenico, vincitori e vinti, finte medaglie e finte coppe. Tutti felici, torneremo nelle nostre città con le valigie piene di presunti riconoscimenti ai nostri figli apparentemente bravissimi in tutto.
Saranno famosi? Chi può dirlo. Di sicuro, non sono più timidi come eravamo noi. Provano recite e commedie, saggi e brevetti, per mesi e mesi... Alla fine, sono diventati dei professionisti in miniatura. Dei cloni dei loro amatissimi personaggi televisivi. A volte, sembrano perfino più sciolti. La presentatrice, di otto anni, gira fra le mani il microfono con l'abilità di una star.
Il cantante, di nove, cerca la telecamera di papà per sfoderare un sorrisone. Tutti insieme, sfilano come artisti consumati. Sedute nel teatrino della scuola, un po' commosse ma molto dubbiose, noi madri rievochiamo il mal di pancia inventato per sfangare l'unica nostra esibizione in pubblico, tanti anni fa... Ci chiediamo, senza trovare una risposta, se sia giusto, se abbia senso illudere milioni di bambini e bambine sulle loro eventuali capacità canoro-musicali. A noi, nonostante l'amore infinito, sembrano un po' ridicoli. Ma chi ha il coraggio di dirlo? Il tempo di arrivare a casa, e da soli hanno già piazzato la "loro" cassetta in tv. E il gioco è fatto: siamo famosi, trillano e saltellano. Speriamo che resti un gioco.
di BARBARA PALOMBELLI