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Corriere-Meno diplomati e laureati rispetto all'Europa-La scuola italiana è in recupero ma spende ancora troppo. Professori: il 30% andrà in pensione entro il 2012

Indagine dell'associazione Treellle: in Italia si resta pochi anni sui banchi e lo stipendio dei docenti è inferiore a quello dei colleghi stranieri Meno diplomati e laureati rispetto all'Europa ...

09/05/2002
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Corriere della sera

Indagine dell'associazione Treellle: in Italia si resta pochi anni sui banchi e lo stipendio dei docenti è inferiore a quello dei colleghi stranieri

Meno diplomati e laureati rispetto all'Europa

La scuola italiana è in recupero ma spende ancora troppo. Professori: il 30% andrà in pensione entro il 2012

ROMA - Di qui a dieci anni circa il 30 per cento degli 800 mila insegnanti andrà in pensione. Il futuro della scuola, l'allineamento agli standard europei, dipenderà dalle risposte che verranno date al problema della formazione e della selezione dei nuovi docenti. E' l'appello lanciato da Treellle, l'associazione apartitica e agovernativa presieduta da Umberto Agnelli, con l'obiettivo di migliorare la qualità dell' education . Un obiettivo ancora da raggiungere, a giudicare dai dati contenuti nell'analisi comparativa di Treellle tra la scuola italiana e quelle europee. Il nostro sistema di istruzione appare più costoso e meno efficiente di quelli europei . I diplomati sono il 42 per cento contro il 59 della media Ue. Produciamo meno della metà dei laureati: il 10 per cento contro il 26. Abbiamo una maggiore dispersione. Ma il punto più delicato è quello della "gobba" dei pensionamenti dei professori. Dopo il 2010 dovrebbero uscire dalla scuola 70 mila docenti l'anno. Che cosa faranno i governi? Recluteranno i docenti mancanti con delle sanatorie o apriranno le porte della scuola alle nuove generazioni di docenti con formazione universitaria: laurea, specializzazione e tirocinio?

LA RICERCA - La scuola italiana ha però anche dei meriti. Il principale , secondo lo studio contenuto nel primo Quaderno di Treellle, è stato quello di aver avuto negli ultimi 40 anni il maggior incremento di diplomati. Ha superato tutti i paesi europei, tranne la Spagna. Lo sforzo, soprattutto in termini economici, è stato enorme, anche per via della sfavorevole situazione di partenza. Ma la strada per allineare l'Italia ai paesi dell'Ue è ancora lunga, come dimostra la ricerca. Vediamo alcuni dati. Il 30 per cento dei ragazzi italiani tra i 15 e i 19 anni ha abbandonato la scuola contro la media europea del 20. Solo il 42 per cento degli adulti (25-64 anni) ha conseguito un diploma mentre negli stati dell'Ue sono il 59 per cento. Nella fascia di età 24-35 anni i laureati in Italia sono appena il 10 per cento mentre in Europa raggiungono il 26. Le copie di quotidiani diffuse ogni mille abitanti nel nostro paese sono 102 contro le 300 di Germania, Gran Bretagna, Austria e Paesi Scandinavi. Le indagini comparative internazionali sulle competenze alfabetiche e matematiche degli studenti collocano gli italiani in fascia bassa. Eppure i costi dell'istruzione in Italia sono i più alti. Questo, spiega la ricerca di Treellle, è dovuto all'alto numero dei docenti, che non ha cessato di crescere nonostante il sensibile calo degli alunni per ragioni demografiche. In Italia c'è un insegnante ogni undici studenti, contro una media europea di uno ogni sedici. Di conseguenza gli stipendi degli insegnanti italiani sono più bassi di quelli dei colleghi dell'Ue.

LA VALUTAZIONE - La qualità del sistema di istruzione passa anche attraverso la valutazione dei risultati, una parola che continua ad evocare tra i docenti forti timori. "La valutazione - ha detto il presidente di Treellle, Umberto Agnelli - è certamente l'aspetto più difficile. Anche i manager, molti anni fa, avevano dei dubbi. Oggi sono proprio loro e i migliori tra loro a chiedere di essere valutati". "Per evitare forti ed improduttive resistenze - ha aggiunto - occorre anzitutto motivare i docenti ad autovalutare i risultati conseguiti in termini di apprendimento da parte degli studenti. Senza la partecipazione di maestri, professori e dirigenti scolastici, senza un processo che maturi dal basso, si rischia di suscitare più polemiche che risultati".
Agnelli è tornato anche sull'urgenza di un programma straordinario di educazione civile all'Europa che faccia conoscere la storia e le istituzioni dell'Ue, da sviluppare prima e durante il semestre di presidenza italiana del 2003.

CONTRATTI DISTINTI - Nella trattativa contrattuale che dovrebbe aprirsi tra non molto, gli insegnanti e il personale Ata (assistenti, tecnici e amministrativi), saranno "ancora formalmente uniti, ma sostanzialmente distinti". Lo ha detto il ministro della Funzione Pubblica, Franco Frattini, anticipando i contenuti della direttiva sui contratti del pubblico impiego. Dopo l'uscita dal comparto scuola dei presidi e del personale di conservatori e accademie, si annunciano altre novità. "Non siamo riusciti a fare due comparti - ha spiegato Frattini -. Nell'atto di indirizzo c'è un'indicazione, sia pure nel contratto unico, di arrivare a due sezioni separate, marcando un po' di più la distinzione".


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