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Corriere-Lo sciopero nelle scuole lombarde

Lo sciopero nelle scuole lombarde LA FALSA PARTENZA Ci sono nuvole che rischiano di addensarsi sull'apertura del nuovo anno scolastico in Lombardia, previsto per il 10 settembre. Forse non sar...

21/08/2002
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Corriere della sera

Lo sciopero nelle scuole lombarde

LA FALSA PARTENZA

Ci sono nuvole che rischiano di addensarsi sull'apertura del nuovo anno scolastico in Lombardia, previsto per il 10 settembre. Forse non saranno a posto completamente le graduatorie dei professori e qualche cattedra rimarrà per qualche giorno (o settimana) vuota. E' un problema di routine che pare tuttavia in via di rapida estinzione. Si tratta quindi di una nuvoletta - così si spera - di transito veloce. Ci sono poi lavori o accorpamenti di istituti e di scuole medie. E' una nuvola più fastidiosa che turberà abitudini di studenti, famiglie e professori. Creerà problemi di spostamenti e cambiamenti che costituiscono sempre una turbativa, specie per quei ragazzi che perderanno compagni di classe amici o si troveranno magari estranei in scolaresche nuove.
Ma soprattutto l'anno inizierà con uno sciopero compatto dei sindacati confederali, i cui aderenti si asterranno dal lavoro per un'ora proprio il primo giorno di scuola. Questa è una nuvolaccia nera di cattivo augurio, che potrebbe annunciare un futuro temporale. Si tratta di una forma anomala di sciopero, mai praticata fino a oggi, che sembra caricarsi di un significato di ammonizione. Avviene infatti all'inizio di un anno che, nelle promesse solenni del ministro e del presidente del Consiglio, dovrebbe essere l'anno della Riforma globale dell'Istruzione.
Non so se esistano margini ancora aperti di trattativa: ma si dovrebbe fare di tutto per evitare questo sciopero, che ha l'aria di un preventivo sabotaggio di qualsiasi Riforma. E' troppo chiedere a tutti, sindacati d'ogni colore, funzionari ed esperti del ministero, associazioni di studenti o genitori di provare a discutere con serenità e spirito di collaborazione un progetto di Riforma? E' troppo chiedere a tutti di rinunciare, almeno in una prima fase, a sterili dimostrazioni di forza, a fatue esibizioni di muscoli?
Si sa che i soldi necessari scarseggiano nel bilancio, che gli interessi (corporativi o no) frenano qualsiasi innovazione non gradita. E' noto che l'apparato ministeriale è privo di idee coraggiose, non brilla di efficienza, quasi per vocazione naturale, e tende a dilatare i tempi di qualsiasi mutamento. Tra queste difficoltà ormai costituzionali della nostra scuola forse è un'utopia chiedere buon senso a tutti, cioè pregare professori, studenti e genitori di fare un passettino indietro, guardando, ciascuno per conto suo, un po' più in là del proprio naso.
Puntare i piedi, arroccarsi su intoccabili posizioni di principio, mettersi nell'atteggiamento di difendere a oltranza una trincea significa - in pratica - perpetuare lo "statu quo" e restare testardamente al punto di partenza. Significa volere a ogni costo che la nostra scuola rimanga vecchia, come lo è da troppi anni. Sempre uguale a sé con il passare delle legislature, dei governi e dei ministri, ma anche purtroppo di generazioni e generazioni di giovani, i quali dopo anni di parcheggio escono quasi nudi da un sistema formativo che non dà lavoro e offre una cultura sempre più scadente.
di GIORGIO DE RIENZO


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