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Corriere-La scuola dei debiti

Non promossi in città LA SCUOLA DEI DEBITI di ERALDO AFFINATI Con il termine delle ultime operazioni relative agli esami di Stato delle quinte, l'anno scolastico è giunto al capolin...

18/07/2002
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Corriere della sera

Non promossi in città

LA SCUOLA DEI DEBITI

di ERALDO AFFINATI

Con il termine delle ultime operazioni relative agli esami di Stato delle quinte, l'anno scolastico è giunto al capolinea, mentre già sono iniziate le iscrizioni per quello venturo. Le scuole romane si apprestano a formare le classi che saranno chiamate sui banchi fra un paio di mesi: alcune sono alle prese con fenomeni di contrazioni che alterano gli organici e costringono gli insegnanti a cambiare sede di lavoro; altri istituti, capaci di trasmettere all'esterno una buona immagine di sé, possono vantare, nello spirito dell'autonomia, il successo che meritano. Per capire la serietà di un istituto si può vedere come risolve lo spinoso problema dei debiti. Una volta c'erano le rimandature a settembre: bisognava trovare il modo di recuperare il ritardo affidandosi alle lezioni private. Molti insegnanti si dedicavano a questo lavoro supplementare con risultati alterni: in certi casi proficui, altre volte meno. Vecchi tempi. Ora le insufficienze in questa o quella materia restano in sospeso e, se non sono cancellate entro l'anno dopo, rischiano di costituire un peso permanente la cui gravità dipende dalle regole che l'istituto ha deciso di adottare.
Non è un bel sistema per nessuno, in quanto sollecita comportamenti ipocriti da parte di studenti e professori relegando tutti nell'indecisione. Alcune scuole della nostra città organizzano corsi di recupero durante l'anno con valutazione finale: nel caso in cui essa risultasse negativa, in teoria lo studente non dovrebbe ottenere la promozione alla classe superiore. Ma sappiamo come vanno queste cose: vogliamo bocciare uno scolaro solo perché non recupera in matematica o italiano? E allora succede proprio quello che dovrebbe essere evitato: l'allievo si adagia sperando nella comprensione del consiglio dei docenti; l'insegnante, anche ammesso che decida d'impuntarsi nella valutazione negativa, è destinato ad essere sconfitto dalla maggioranza.
Al solito, quando le regole sono storte, gli uomini cercano di raddrizzarle: i presidi spingono verso una maggiore flessibilità, nel tentativo di procedere a una valutazione il più possibile collegiale. Il ragazzo deve capire che a giudicarlo non è il singolo professore ma l'intero consiglio. Non recuperare le lacune in una materia sarà valutato da tutti i docenti, i quali esprimeranno un parere, severo o conciliante, anche considerando il rapporto con la famiglia interessata che, se davvero presente, dovrà farsi carico dei necessari interventi a prescindere dai risultati ufficiali.
L'ideale sarebbe comportarsi come se le rimandature a settembre esistessero ancora, quindi, di fronte all'insufficienza, programmare un sostegno didattico estivo. Purtroppo ciò non avviene così spesso come dovrebbe: il voto scritto in rosso sul tabellone si trasforma in una semplice formalità burocratica. Senza la collaborazione dei genitori, inutile negarlo, la scuola è un naviglio privo di bussola che trasporta i nostri giovani verso lidi sconosciuti.


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