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Corriere-L'imam chiede l'ora di Corano, Trento si divide

Scoppia la polemica alla vigilia del rinnovo del governo provinciale. Il direttore del settimanale diocesano: "Rischia di essere un ghetto". Il presidente Dellai: "Organizzare occasioni di incontro" ...

28/08/2003
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Corriere della sera

Scoppia la polemica alla vigilia del rinnovo del governo provinciale. Il direttore del settimanale diocesano: "Rischia di essere un ghetto". Il presidente Dellai: "Organizzare occasioni di incontro"

L'imam chiede l'ora di Corano, Trento si divide

"Insegnare l'Islam nelle aule". Favorevoli i Ds. La Lega: "Vergogna, le religioni non sono uguali"

DAL NOSTRO INVIATO
TRENTO - L'imam del Trentino Alto Adige è un medico di mezz'età, nato in Siria, cittadino italiano da molti anni, sposato e padre di cinque figli. "Le mie ragazze - dice - portano volentieri il velo islamico; altre donne musulmane che vivono qui, ne fanno a meno. Non è un problema. L'importante è mantenere, anche in un Paese straniero, la propria identità e la propria cultura religiosa. Senza fanatismi, certo". Dietro la scrivania del suo studio, nel Poliambulatorio pubblico di Mezzocorona, Aboulkheir Breigheche rilancia, pacato, la proposta, ritenuta "indecente" da alcuni politici locali, "ragionevole" da altri, di introdurre l'insegnamento del Corano nelle scuole, così come s'insegna la religione cattolica. Coincidenza vuole che, proprio in questi giorni, dalla Germania è rimbalzata la notizia di un esperimento-pilota avviato in otto scuole della Bassa Sassonia, che prevede l'ora di religione per i musulmani. Trento come Hannover? "È un'esigenza scaturita dai genitori islamici immigrati, che chiedono una buona istruzione religiosa per i loro figli; un aiuto a non perdere i contatti con le loro radici - afferma Breigheche -. Che c'è di male? Imitiamo le esperienze di altri Paesi europei". Risultato: la sortita dell'imam ha scatenato la bufera in terra trentina. E forse qualcuno ci ha inzuppato il pane di troppo, nel tentativo di ingaggiare una piccola guerra di religione, a uso delle prossime consultazioni elettorali, per il rinnovo del governo autonomo provinciale.
"Senza riuscirci - taglia corto Lorenzo Dellai (Margherita), presidente in scadenza -. La legge parla chiaro, e io l'ho ribadito, nero su bianco: un insegnamento di tipo catechistico di una religione che non sia quella cattolica è escluso dalla nostra Costituzione". "Ciò non significa - puntualizza - bandire il Corano dalle scuole, come un libro proibito. Si possono organizzare negli istituti scolastici attività didattiche integrative, occasioni di incontro con i diversi fenomeni culturali e religiosi presenti sul territorio provinciale. Del resto, occasioni del genere già si svolgono nell'ambito delle attività interculturali promosse da scuole e associazioni". In sintesi, il pensiero di Dellai sembra questo: rispetto della legge, ma apertura senza pregiudizi nei confronti dei musulmani. Circa il 2-3 per cento della popolazione trentina. Si tratta di famiglie di extracomunitari, ben inserite nel territorio. Gli adulti lavorano nelle fabbriche, negli alberghi e nei ristoranti dei centri turistici, nelle cave di porfido della Val di Cembra; i bambini frequentano le scuole pubbliche. Tra l'altro, senza di loro, le elementari e le medie di molti paesi sperduti nelle valli chiuderebbero i battenti causa "mancanza del numero legale per tenere in piedi un corso scolastico".
Vallo a raccontare al leghista Erminio Boso, il focoso "Obelix", consigliere provinciale. E' lui che ha fatto fuoco e fiamme, prendendosela con gli avversari del centrosinistra, accusati di strizzare l'occhio ai musulmani. In particolare, si è scagliato contro il collega Vincenzo Passerini, consigliere provinciale Ds, tra i difensori più convinti dei diritti degli islamici. Che così si è espresso: "La bandiera del cattolicesimo e delle tradizioni viene usata a sproposito. Difendiamo la Bibbia dal Corano, ma quanti hanno mai letto la Bibbia? Occorre rivedere a livello nazionale gli accordi per l'insegnamento della religione non cattolica". Ora Boso, al grido di "vergogna, insegnano ai nostri figli che tutte le religioni sono uguali", promette battaglia al prossimo Consiglio.
La Chiesa cattolica locale, invece, mantiene un atteggiamento cauto. Don Ivan Maffeis, quarantenne direttore del settimanale diocesano La vita trentina , commenta: "Sgombriamo subito il campo; il compito della scuola non è quello di fare proseliti. Né cattolici, né musulmani. Per inciso, oggi, nelle scuole non si fa catechesi nell'ora di religione, ma cultura religiosa. Ora, poiché la cultura cattolica appartiene a questo Paese, dove vivono anche i musulmani, sarebbe bene che i seguaci di Maometto ne acquisiscano conoscenza. Istituire un'ora parallela, dedicata all'Islam, potrebbe forse creare una sorta di ghetto".
"Anche i ragazzi cattolici potrebbero iscriversi ai corsi di cultura musulmana. O no? Il discorso di don Ivan, che oltretutto è mio amico, può essere rovesciato", ribatte l'imam. Comunque sia, Breigheche è convinto che gli effetti della sua proposta non tarderanno a venire. "A livello locale - spiega - conosco scuole e insegnanti molto sensibili. Di sicuro raccoglieranno il nostro appello". "Bisogna, però, proseguire sulla strada dell'intesa nazionale, come si è fatto per altre religioni - conclude - Mi rendo conto che, attualmente, l'Islam non gode di buona fama. La situazione internazionale non ci favorisce. Ma io resto ottimista".


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