Concorso presidi: scure del Tar, annullate le prove. «Troppe irregolarità», da rifare
La decisione del tribunale amministrativo del Lazio su centinaia di ricorsi presentati soprattutto in Campania. Il Miur: faremo ricorso
Tutto da rifare, almeno così sembra dalle prima informazioni: il Tar del Lazio ha annullato il concorso dei dirigenti scolastici che era arrivato alle fasi finali. Troppe irregolarità: secondo la terza sezione del Tar i ricorsi presentati in Campania sono da accogliere. Invece dell’ordinanza cautelare i giudici amministrativi hanno deciso di procedere direttamente con la decisione.
I tremila nuovi presidi
Dei dodici motivi di irregolarità segnalati dai ricorrenti, il Tar ha accolto quello che riguarda l’incompatibilità e il conflitto di interessi di tre commissari che hanno contribuito a preparare e approvare i criteri di valutazione e i punteggi: si tratta di Elisabetta Davoli e di Francesca Busceti, che avevano svolto corsi di preparazione nei mesi scorsi per gli aspiranti presidi, ovvio motivo di incompatibilità perché potrebbe avvantaggiare chi ha seguito i corsi e Angelo Francesco Marcucci che è sindaco in Campania, carica che risulta incompatibile con la presenza in commissioni per concorsi pubblici. Il Miur sta predisponendo il ricorso al Consiglio di Stato perché i tecnici - riferiscono fonti del ministero - ritengono corrette le nomine e «infondata la censura del Tar».
I posti messi a bando per i nuovi presidi erano 2425, ma durante il concorso, sia per evitare altri ricorsi, sia per la carenza di dirigenti scolastici che è ormai un’emergenza, si era deciso di aumentare i posti a oltre 2900. A presentarsi erano stati oltre 38 mila insegnanti in tutta Italia
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