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Concorso presidi, il Consiglio di Stato: «Tutto regolare»

Si tratta del concorso a cui aveva partecipato anche l’attuale ministra, Lucia Azzolina. Le incompatibilità dei tre commissari non sono dimostrate e le prove, anche se svolte in tempi differenti in alcune Regioni, erano valide

13/01/2021
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Corriere della sera

Valentina Santarpia

l Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi presentati per il concorso a dirigente scolastico del 2017. Vengono quindi confermati oltre 3 mila docenti scolastici vincitori di concorso. Tra questi anche la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che era finita nel mirino l’estate scorsa perché, nello scorrimento della graduatoria, «rischiava» di essere nominata dirigente scolastico dal ministero che guidava. In realtà la sua posizione era più bassa rispetto alle assunzioni previste. I posti messi a bando per i nuovi presidi erano 2425, ma durante il concorso, sia per evitare altri ricorsi, sia per la carenza di dirigenti scolastici che era ormai un’emergenza, si era deciso di aumentare i posti a 2910. A presentarsi erano stati oltre 38 mila insegnanti in tutta Italia. Azzolina in graduatoria risulta 2539esima, è tra i vincitori. L’anno scorso sono stati presi i primi 2.045 dirigenti. Quest’anno è stato dato il via libera all’assunzione di altri 458. Il totale fa 2.503, quindi la graduatoria non raggiunge Azzolina, ma se ci fossero delle rinunce, la ministra potrebbe essere assunta.

I punti critici

Quel concorso era stato tanto atteso e poi molto contestato: il Tar in un primo momento, il 2 luglio del 2019, accogliendo i ricorsi di centinaia di candidati (soprattutto in Campania), aveva addirittura annullato le prove, stabilendo che il concorso non era valido. Il ministero dell’Istruzione aveva immediatamente impugnato l’annullamento, ritenendo la decisione «infondata». Il Consiglio di Stato aveva accolto dopo una settimana il ricorso del ministero dell’Istruzione, allora guidato dal ministro leghista Marco Bussetti, dando il via libera alle assunzioni. La sospensiva della decisione del Tar era stata chiesta dal ministero dell’Istruzione in via urgente per permettere di portare in cattedra i nuovi presidi in via provvisoria il primo settembre in attesa della decisione sul merito, che non sarebbe arrivata prima di un anno. Ora quella sentenza definitiva è arrivata.

Le motivazioni

Nella decisione del Consiglio di Stato viene specificato che le incompatibilità dei tre commissari, contestate dai ricorrenti, non sono dimostrate. Non vi è alcuna prova che i commissari abbiano in qualche modo favorito l’uno o l’altro candidato. Respinta anche la motivazione della mancanza di unicità della prova, in quanto sono state cause di forza maggiore -allerta meteo Sardegna- a determinare lo svolgimento temporalmente differenziato dei candidati nella medesima regione. Anche in questo caso nessuna prova che ciò abbia favorito i concorrenti sardi in quanto la prova scritta, nello specifico le domande, erano totalmente diverse dalle prime rivolte ai restanti candidati delle altre regioni. «Finalmente oggi i ricorrenti e tutti i vincitori del concorso possono mettere la parola fine- commenta l’Udir, sindacato dei dirigenti scolastici, che aveva presentato un ricorso contro la sentenza di annullamento emessa dal Tar Lazio, proprio come il ministero- La scuola ha bisogno di stabilità e i dirigenti scolastici, che ne rappresentano il fulcro, hanno bisogno di avere riconosciuto il proprio ruolo in termini giuridici e professionali».