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"Che schifo, prima illusi poi ci sfruttano ancora"

La rabbia dei docenti costretti a rinviare la pensione per uno strafalcione-Fornero. "Lo hanno fatto apposta". E il ministro tace

06/08/2014
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Il Fatto Quotidiano

Che schifo, almeno potevano risparmiarci la figuraccia!". Giovanna Lo Vetere, 62 anni, fa la maestra da quasi 40 in una scuola materna a Zagarolo, in provincia di Roma. "Lo hanno fatto apposta, prima ci illudono di risolvere l'errore della Fornero, poi ci mandano a lavorare lo stesso. Ma lo sapevano già che sarebbe andata a finire così". Da ieri, per lei e per altri quattro mila colleghi, è ripartito il conto alla rovescia verso la pensione: meno un anno e sei mesi. "Ho 27 bambini di tre anni a cui badare. Sinceramente non ho più voglia, non ho più le stesse energie di una volta". Il giorno dopo il terremoto dell'emendamento che ha soppresso la "quota 96", è esplosa una tempesta di reazioni. "Sono senza parole, ho una rabbia addosso!" sbotta Vilma Chillari, docente di matematica e scienze alle scuole medie di Vicchio del Mugello, nel fiorentino. Anche lei 62 anni, costretta dietro la cattedra per i prossimi due anni scolastici. "Ci rimasi così male dopo la riforma della Fornero e oggi sono indignata, mi sento vittima di una trappola, il governo gioca sulla pelle delle persone. Noi non abbiamo rubato niente a nessuno, ma loro ci fanno apparire come se fossimo i responsabili dei conti in rosso, follie". La professoressa Chillari tira le somme: "Ho scelto io di fare questo mestiere, ma oggi mi hanno fatto perdere l'entusiasmo". Cesare Carrozzi, 63 anni, è un insegnante di educazione fisica, alle porte della Capitale: "Avevo già fatto dei progetti per settembre: aiutare mia figlia a tenerle i bambini quando lei è al lavoro. Tutti lavoriamo in famiglia e lei dovrà pagarsi la babysitter". Dopo 38 anni di servizio, fra tre anni potrà godersi anche lui la pensione. "Confido nel piano b, secondo me a fine agosto rimediano"

Il sindacalista: "Solita farsa, tempi scaduti"

Non è altrettanto convinto del miracolo Domenico Pantaleo, segretario generale della Cgil Scuola. "Anche se il governo dovesse mantenere la promessa di un decreto dopo Ferragosto, sarà ormai troppo tardi. Non ci sono i tempi tecnici sostiene per assegnare i posti a scuola. È la solita farsa". Il sindacato aveva già preparato tutte le scartoffie, con il conteggio dei contributi. Lavoro e tempo sprecato. "Danno più retta a Cottarelli piuttosto che guardare in faccia le persone e considerare le loro aspettative di vita". Pantaleo ha il telefono bollente a forza di ricevere chiamate dagli insegnanti imbufaliti. Il Comitato civico "Quota 96" minaccia di andare a Roma a protestare prima del 31 agosto. E ha già fatto i conti: circa 10 mila persone attese, tra insegnanti e personale scolastico. Le adesioni sul gruppo Facebook sono state subito tantissime.

Dunque, nessun ricambio generazionale, almeno per ora. E il precariato si impenna. Da marzo sono attivi i corsi Pas (percorso abilitante speciale), voluti dall'allora ministro dell'Istruzione Francesco Profumo. In pratica, gli insegnanti che si sono laureati prima del 2010 (per chi si è laureato dopo sono stati attivati i tfa, cioè i tirocini formativi attivi) per ottenere l'abilitazione, e passare dalla terza fascia (cioè le graduatorie di istituto da cui vengono reclutati i docenti non ancora abilitati per incarichi di supplenza) alla seconda, hanno dovuto sborsare di tasca propria 2700 euro per seguire lezioni, sostenere una decina di esami e discutere una tesi finale. Senza avere la certezza di un concorso che dia loro la possibilità di conquistare il posto di ruolo. In altre parole, hanno pagato per continuare a essere precari. Al costo dei corsi va aggiunta la spesa per le trasferte (solo alcune università organizzavano la formazione) e per i libri. Vita da precario: "C'è chi sviene durante i laboratori" "Ho acceso un mutuo in banca per saldare il conto racconta  Davide Fabris, 40 anni, di Treviso, che da sei anni insegna discipline meccaniche e tecnologiche alle scuole superiori -. Ho visto gente svenire durante i laboratori. Da marzo a fine giugno, due pomeriggi alla settimana dalle tre alle sette di sera, dopo aver lavorato a scuola tutta la mattina. Nessuna pausa, pranzi saltati e cadi per terra". Le lezioni ha dovuto seguirle a Padova, a 50 chilometri da dove abita. "Mi hanno promosso, ma la mia situazione è peggiore di prima". Perché? "Prima valevano i punti del voto di laurea, delle pubblicazioni e dell'attività di ricerca. Adesso non più. Anzi, i neolaureati grazie ai tfa entrano in graduatoria con 40 punti di vantaggio". Per il Miur Davide, un dottorato e tre anni di assegni di ricerca all'università, può tenere lezioni e conferenze nelle università di tutto il mondo, ma non può insegnare educazione tecnica alle scuole medie. C'è anche un'interrogazione parlamentare sulle illegittime modalità di allestimento dei Pas presentata dall'associazione sindacale "La voce dei giusti", assieme all'ex senatore Italo Bocchino. Mentre il ministro Stefania Giannini tace, su tutto.


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