FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3777231
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Caro presidente provo vergogna-di Alberto Asor Rosa

Caro presidente provo vergogna-di Alberto Asor Rosa

Caro presidente provo vergogna di Alberto Asor Rosa Caro e Stimato Signor Presidente della repubblica, sono universalmente noti il Suo attaccamento e la Sua fedeltà al buon nome e al prestigio d...

23/06/2003
Decrease text size Increase text size

Caro presidente provo vergogna
di Alberto Asor Rosa

Caro e Stimato Signor Presidente della repubblica, sono universalmente noti il Suo attaccamento e la Sua fedeltà al buon nome e al prestigio dell'Italia, nostra Patria. Per questi sostanziali motivi, dunque, oltre che per l'altissima carica istituzionale da Lei ricoperta, è a Lei che devo dire perché in questo momento provo vergogna di essere italiano. Dal momento del suo insediamento, il governo presieduto dall'on. Silvio Berlusconi ha impegnato gran parte della sua operosità nel tentativo di adeguare la legislazione vigente.
In modo tale da rendere impossibile alla nostra magistratura di perseguire il medesimo presidente del Consiglio e alcuni dei suoi presunti complici per reati comuni (alcuni dei quali gravissimi, come la corruzione dei giudici), commessi nella fase precedente l'assunzione, in seguito al voto degli italiani, di tale prestigiosa carica. Per ottenere tale effetto non solo, come ho già detto, il Parlamento repubblicano è stato continuamente piegato a esercitare una funzione di omertosa salvaguardia nei confronti delle azioni giudiziarie intraprese, ma è stato necessario scatenare contro la magistratura una violenta azione di demolizione e di scardinamento, opponendo al tempo stesso una strenua resistenza allo svolgimento regolare dei processi. Affinché le iniziative intraprese potessero avere miglior successo, il collegio di difesa del premier è stato trasferito di peso sugli scanni parlamentari, ed è così potuto accadere che il capo di tale collegio difensivo, trasferendosi da Milano a Roma e dalle aule del tribunale a quelle della Camera dei deputati, potesse, qui da presidente della Commissione Giustizia, continuare a ordire il medesimo disegno impostato dall'avvocato difensore, al fine di tenere il premier al riparo dalle maglie di una giustizia, di cui vanamente si continua a leggere, come un ritornello sempre più vuoto e sempre più stanco, che essa sarebbe "uguale per tutti". Taccio del contesto di estrema anomalia, - ormai al di là dei confini della rottura delle regole stesse che presiedono al buon funzionamento di un sistema democratico, - dentro cui questa forsennata e inedita vicenda si è svolta: il perdurante conflitto d'interessi, infatti, mette nelle mani del premier un potere immenso, rischioso e di assoluta perversione istituzionale, sull'intero sistema dell'informazione, consentendogli di fronte all'opinione pubblica una libertà di movimento che altrimenti non avrebbe. L'approvazione da parte del Parlamento del Lodo, che ormai solo impropriamente si potrebbe definire dal nome del suo primo presentatore, l'on. Maccanico, rappresenta il culmine di tale ostinata ricerca dell'immunità e al tempo stesso il prevedibile punto di partenza per altre iniziative volte a scardinare l'ordinamento giudiziario italiano. Cinque cittadini, infatti, - cinque comuni cittadini, mi permetta questa sottolineatura, da ogni altro punto di vista, - per il fatto che occupano le più alte cariche dello Stato (motivo che, a pensarci bene, dovrebbe indurre a pensarle e sperarle più impeccabili e trasparenti di qualsiasi altra), vengono in questo modo sottratte alla giurisdizione del Codice Penale per qualsiasi reato questo contempli, sia, cosa ancor più straordinaria, per quanto eventualmente avessero a commettere in futuro. La cosa è tanto più scandalosa in quanto, come anche un bambino non stenterebbe a capire, quattro di quelle persone si offrono in ostaggio unicamente perché alla quinta sia consentito di uscire indenne dalla moltitudine delle inchieste e dei processi che le piovono addosso. Lei, Signor Presidente, non potrà consentire, ovviamente, con l'idea, che il premier tenta di accreditare, secondo cui egli sarebbe oggetto di una "persecuzione giudiziaria". Se questa tesi fosse minimamente fondata, infatti, l'ordine giudiziario avrebbe dovuto da Lei medesimo, che ne ha facoltà, esser chiamato a risponderne attraverso l'inchiesta più severa. Siccome sappiamo, anzi, tutti sanno che non è così, non resta che concludere che il Lodo ex Maccanico non serve che a sottrarre il premier allo svolgimento dei processi, ai quali, come qualsiasi altro cittadino, in quanto accusato di reati comuni, dovrebbe sottostare. È precisamente ciò che io trovo vergognoso, e per cui provo vergogna come italiano di fronte ai miei amici europei e di tutti i paesi del mondo. Che se poi, come si sente dire, si trattasse di garantire mediante tali procedure il normale e dignitoso svolgimento del semestre di presidenza italiana in Europa, io penso che, per il buon nome della nostra Italia, così frequentemente, e spesso anche così ingiustamente mal giudicata fuori dei nostri confini nazionali, converrebbe coraggiosamente ammettere che l'Italia non è in grado in questo momento di assolvere in maniera dignitosa a compiti di rappresentanza internazionale. Se ci sono vergogne nazionali, - e in questo momento non v'è dubbio che ve ne siano, - meglio sarebbe confessarle che sforzarsi ad ogni costo di esportarle. L'espressione dei sentimenti, che Le trasmetto, Signor Presidente, è sincera quanto il rispetto e l'affetto, che, come Lei sa, le porto. Spero sinceramente di essere il solo in Italia a nutrire questo senso di frustrazione e di dolore, ma, se così non fosse, - e temo purtroppo che non lo sia, - la prego di leggere con animo aperto queste righe.
Suo affezionatissimo e devotissimo Alberto Asor Rosa


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33
Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL